
Partorire in casa al tempo del Coronavirus. Matteo e Nina Ciucci hanno scelto di far nascere il proprio figlioletto tra le pareti di casa, in modo sereno e intimo. "Un’esperienza bellissima – descrive la coppia –. Abbiamo vissuto minuto per minuto questo grandissimo evento". Tutto è andato bene, Martin è un bellissimo neonato di oltre 4 chilogrammi, accudito e coccolato dalla sua famiglia. Ma sentiamo Nina: "Ho sempre pensato di poter partorire in casa. Sono dell’Iran e molte mie amiche scelgono di fare il taglio cesareo, perdendo completamente il percorso del parto, della nascita del proprio figlio. Un sistema che non mi è mai piaciuto. Ho sempre sostenuto un’idea di parto naturale, in casa, tranquillo, senza intrusioni. Il mio compagno, Matteo, lo ha condiviso e così abbiamo fatto la scelta per il nostro Martin. E’ nato dopo 13 ore dai primi dolori, ma sono stati momenti sereni, soprattutto perchè accanto a me c’era Matteo, che non mi ha lasciata un momento. E’ stato eccezionale, conosceva ogni mio bisogno, senza che io dicessi nulla. Poi c’erano le ostetriche che mi hanno assistito amorevolmente. Martin è venuto alla luce nella casa che mi ha accolta bene, grazie anche a mia suocera, Anna Lalli, che mi è stata vicina". Altro aspetto positivo è che ‘una donna si sente in intimità, in un ambiente più favorevole, con la possibilità di essere assistita da uno o più familiari. Inoltre, dopo la nascita il bambino resta sempre con te, senza fretta, senza tempi da osservare. Nemmeno il cordone viene reciso subito: Martin è stato sulla mia pancia e il cordone è stato tagliato dopo un’ora e mezza". Dunque, l’idea c’era ma a convincere Matteo e Nina è stato il Covid.
"Andare in ospedale in questo momento non ci avrebbe dato tranquillità – osserva Matteo - . Oggi, vista l’emergenza, si pensa più a organizzare spazi di morte che non di vita. Nina avrebbe dovuto partorire con la mascherina ma, come ben sappiamo, la fase respiratoria, nel parto, è fondamentale. Abbiamo riflettuto molto e abbiamo deciso per il parto a casa. Certo, siamo fortunati che abbiamo potuto fare questa scelta, perchè il parto a casa non è per tutti, soprattutto dal punto di vista economico". E’ infatti una possibilità che richiede precisi criteri. Innanzitutto è necessaria l’assistenza di due ostetriche se una donna è sana, se il bimbo non è podalico. L’ ospedale non deve distare più di 30-40 minuti. Il costo? 2.500 euro.
"Purtroppo la Regione Toscana non rimborsa nulla – spiega la nonna, dottoressa Anna Lalli -. Ci sono Regioni che rimborsano almeno in parte le spese. Anch’io, quando ho messo al mondo mio figlio, l’ho fatto in casa. Il parto è un evento naturale, non è una malattia". "E’ un’esperienza meravigliosa – concludono Matteo e Nina –. Ci auguriamo che venga riconosciuto un rimborso spese così che, in futuro, tante coppie possano scegliere di vivere questo bellissimo momento della loro vita in tranquillità, nell’intimità della loro casa". Auguri alla coppia e benvenuto al piccolo Martin!