Cave: Cai e speleologi bocciano il Comune

Sono 74 le osservazioni presentate ai Piani attuativi dei bacini estrattivi. Stop a nuove aperture. In gioco anche il futuro delle sorgenti di acqua

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Sono 55 le osservazioni che il Cai di Massa ha presentato ai Piani attuativi dei bacini estrattivi adottati dal Comune. Altre 11 sono firmate dalla Federazione Speleologica Toscana a cui se ne aggiungono ancora 8, molto corpose, elaborate con il prezioso contributo di Franca Leverotti e sottoscritte da Italia Nostra, Grig e associazione Apuane Libere. Tutte insieme hanno l’obiettivo di scardinare alcuni punti che sorreggono la pianificazione del settore estrattivo sui versanti massesi per i prossimi 10 anni, cercando anche di fermare l’apertura di nuove cave. Il quadro generale delle osservazioni è stato presentato sabato al Museo Permanente della Resistenza nel piazzale ex Cat di Massa dai rappresentanti delle associazioni ambientaliste: Alberto Grossi per il Grig, Gianluca Briccolani presidente di Apuane Libere e Nicola Cavazzuti, vice presidente Cai di Massa. Le speranze di fare breccia nello scudo a difesa della pianificazione elaborata dal Centro di geotecnologie dell’Università di Siena per conto dell’amministrazione di Massa non sono molte, come ha spiegato Cavazzuti, tuttavia gli ambientalisti sono pronti a dare battaglia sui Pabe che ora devono passare la fase delle controdeduzioni per andare all’approvazione in consiglio comunale.

I temi contestati sono diversi: "La questione delle Zone di protezione speciale – sottolinea Cavazzuti -. Lì non si può scavare né a cielo aperto né in galleria come stabilito dal Consiglio di Stato. Eppure il Comune nei Pabe ha inserito una galleria di escavazione alla Focolaccia in piena Zps". Il Cai nelle 55 osservazioni contesta anche l’aumento di occupazione: "Si parla del 20% in 10 anni. Ma oggi a Massa ci sono circa 100 dipendenti al monte e in dieci anni vuol dire avere 20 occupati in più, ossia 2 all’anno… Non si possono concedere premialità di escavazione alle imprese del marmo solo perché creano 2 posti in più all’anno. E’ una presa in giro per la popolazione che ha un tasso di disoccupazione elevatissimo".

Ma il principale terreno di scontro sono le sorgenti: "Chiediamo protezione totale e assoluta. Ci sono studi che dimostrano alcuni collegamenti diretti fra alcuni bacini estrattivi e le cave e per noi lì deve essere eliminata ogni escavazione: Focolaccia, Valsora, Canale Fondone". Infine protezione per l’Aronte e bocciatura totale di ogni previsione di collaborazione fra Cai e concessionari per la manutenzione dei sentieri: "Una previsione inserita in ogni bacino – evidenzia Cavazzuti – senza essere chiamati in causa per sentire la nostra opinione". Le osservazioni poi contestano il carico di mezzi pesanti in aumento fra i paesi: "Nella zona del Cartaro aprendo due nuove case passerebbe un camion ogni 8 minuti per 10 ore al giorno per 10 anni". Briccolani ha ricordato poi che i Pabe di Massa derivano comunque dal quadro normativo regionale, ed è "la Regione la mandante dell’ecocidio, tutto nasce da lì. Per ogni tonnellata estratta fanno cassa senza dare alternative".

Francesco Scolaro