REDAZIONE MASSA CARRARA

"Altro che chiudere le cave. Il Pip le amplia"

Italia Nostra boccia il Piano integrato del Parco delle Apuane. Le critiche, punto per punto, in una lettera al presidente Putamorsi

Cave di marmo

Massa, 2 novembre 2021 - Il Piano integrato del parco (Pip) non salvaguarda l’ambiente. Al contrario: "Garantisce l’attività estrattiva e incentiva lo sfruttamento delle risorse naturali". E’ senza appello la bocciatura del Pip da parte di Italia Nostra Apuo-Lunense. Arriva a pochi giorni dalla presentazione del Piano alle associazioni ambientaliste da parte di una delegazione di tecnici del Parco, guidati dal presidente Alberto Putamorsi. Un’analisi critica e puntuale, quella di Italia Nostra, affidata ad una lettera aperta indirizzata proprio a Putamorsi. Ecco i punti principali. La frase pronunciata dal presidente del Parco "chiudo le cave che sono ad alto impatto ambientale" è irreale, un’abile ’butade’ comunicativa. Irreale, perché: "Le cave sono tutte ad alto impatto ambientale. Basti pensare al Corchia, al Pizzo Falcovaia, alla Val Serenaia, al Solco d’Equi, alla Valle D’Arnetola, al Cavallo, a Piastreta, al Cardoso".  

Inoltre, prosegue l’associazione: "Alcune delle cave previste in dismissione sono già chiuse: Valsora Palazzolo a Massa è chiusa dal 2018 e cava Vittoria a Fivizzano dal 2017, perché sottoposta a sequestro preventivo in base al decreto del Gip del Tribunale di Massa, su richiesta della Procura della Repubblica e grazie agli accertamenti dei Carabinieri forestali". Dunque, secondo Italia Nostra, dietro all’enfatizzata rivoluzione verde, in realtà il Pip prevede l’apertura di tre nuove cave, l’ampliamento "pesante" di quelle esistenti e la dismissione di altre con una gradualità temporale di almeno 13 anni.  

Nel dettaglio, l’associazione precisa che il Pip prevede 4 azioni essenziali, nessuna delle quali può essere condivisibile. 1. "L’apertura di nu ove cave in aree esterne alle attuali aree contigue di cava (Acc), in area parco, con l’invenzione di nuovi perimetri estrattivi anche in aree vergini come a Carrara con Boccanaglia Bassa (stoppata dal sindaco di Carrara), a Fivizzano con cava Peghini, a Vagli con Fontana Baisa nel già attenzionato bacino di Boana, a Stazzema col Canale delle Fredde, ecc.". 2. "L’ampliamento di cave esistenti in aree esterne alle attuali Acc, in area parco, modificando i perimetri degli stessi Acc, come a Massa con Cava Romana, Piastreta Sella, Cavallo (Padulello), a Vagli nel Bancaio, a Seravezza con Canale delle Gobbie, a Minucciano in Acqua Bianca". 3. "L’allargamento in area parco di cave esistenti in aree esterne alle attuali Acc, modificando i perimetri delle stesse, con aggiustamenti cartografici a favore dell’escavazione". 4. "La riapertura di cave in aree Acc, un tempo previste ma non in esercizio da anni, che il Pip promuove con impulso dell’attività estrattiva, in luoghi dimenticati come a Stazzema Tre Fiumi, Mulina, Gufonaglia, bacino La Penna, mentre nel bacino Ficaio, ai piedi del Procinto, in un’area di valenza naturalistica unica, si pianifica una cava ciclopica".  

Poi, l’affondo: "Questo Pip, ha la sicura certezza della crescita dell’attività estrattiva e del consumo di suolo anche in aree vergine, area parco, area non antropizzata, con la previsione di nuove infrastrutture necessarie alle attività, che nel Pip sono state taciute, con l’aumento esponenziale dei trasporti dei blocchi, dei consumi, delle emissioni, delle polveri fini, del particolato dei fumi di scarico, del materiale di scarto e detriti che da qualche parte andrà portato con trasporti aumentati all’interno dell’area parco. Con pregiudizio della viabilità dei paesi, oltre la maggior certa produzione di marmettola che renderà ancor più critica la gestione delle acque e del bacino idrografico".