Arriva il parroco unico apuano "L’unità pastorale sarà potenziata"

In attesa della nomina a metà giugno, incontro nella sede degli ex Gesuiti con il vescovo Mario Vaccari. Don Piero Albanesi: "La serata è stata utile per apprezzare lo spirito di collaborazione espresso dai giovani".

Arriva il parroco unico apuano  "L’unità pastorale sarà potenziata"

Arriva il parroco unico apuano "L’unità pastorale sarà potenziata"

In attesa che venga nominato il nuovo parroco unico delle chiese cittadine, nomina prevista per la giornata del 16 di giugno, l’altra sera la comunità carrarese si è data appuntamento nella sede degli ex Gesuiti per parlare di come potenziare la futura unità pastorale di ‘Carrara Centro’. All’incontro voluto dal vescovo Mario Vaccari hanno partecipato circa 120 persone tra cui la sindaca Serena Arrighi, don Piero Albanesi, vicario episcopale per il territorio e don Leonardo Biancalani, vicario episcopale per il vicariato di Carrara. Grandi protagonisti i ragazzi del centro giovanile degli ex Gesuiti, che divisi per colori hanno proposto ai partecipanti quattro tavoli di lavoro con altrettanti temi di discussione.

L’idea di affidare ad un unico parroco l’insegnamento del Vangelo in terra apuana, non nasce certo per ridurre le opportunità di fede, ma al contrario per potenziarle. Una nuova parrocchia unica che nascerà sotto la guida della comunità cittadina e dei fedeli, in uno spirito democratico e di condivisione. "La parrocchia unica non sarà una parrocchia dove le chiese perdono identità – spiega don Piero Albanesi –, al contrario. L’unità pastorale sarà rafforzata. L’incontro dell’altra sera ha fatto emergere un prezioso spirito di collaborazione e la voglia delle persone di stare assieme e mettersi in discussione. Le sfide non mancano e si dovranno dare risposte a un mondo che rispetto al passato è molto cambiato. Le identità delle parrocchie di Carrara non verranno meno, c’è da capire come potenziarle. Il centro giovanile per esempio è già concentrato dagli ex Gesuiti. Si tratta di ragazzi giovani che potrebbero affiancare i bambini delle Comunioni e i più grandicelli. Un bambino che vede un ragazzo poco più grande che ha fede è più indicato a dare insegnamenti di un adulto, proprio per la vicinanza di età. È giusto affidare ai giovani la trasmissione della fede. La Lugnola potrebbe essere potenziata come casa dell’accoglienza della diocesi, il santuario del Carmine come luogo di fede".

Il tutto nell’ottica di una partecipazione comune e corale. "È necessario ripensare i luoghi della fede – prosegue – dove mettere al centro una comunità aperta che lascia entrare. Come hanno ben spiegato i ragazzi del centro giovanile e come se si aprissero dei cantieri, per poterci lavorare bene è necessario scegliere gli attrezzi giusti da mettere nella scatola da lavoro".

Alessandra Poggi