
Il Lavello e una delle anatre morte
Carrara, 30 maggio 2018 - "Massima attenzione per la fauna, ma prima viene la prevenzione del rischio idraulico". Così il Consorzio di bonifica Toscana nord spiega il suo modo di intervento lungo i corsi d’acqua. Il riferimento è all’episodio raccontato da una volontaria di Sos randagi, Elena Barbieri, che ha trovato il corpo di alcune anatre tranciate dalle lame di un tosaerba lungo le sponde del Lavello.
Non è ancora chiaro se a intervenire nella zona industriale siano stati operai incaricati dal Consorzio, è comunque solitamente l’ente a eseguire questo genere di interventi e per questo motivo ha scelto di fare ugualmente chiarezza. "Quando si tratta di effettuare lavori sulle sponde di fiumi e torrenti – spiegano – abbiamo dei protocolli da seguire. La prima regola è quella di dare la priorità alla sicurezza idraulica e in base a questo studiare gli interventi. Se possibile, poi, abbiamo tutta una serie di accorgimenti che prendiamo per la tutela dell’avifauna. Si va da particolari tecniche di taglio alla realizzazione di zone dove poter far spostare gli uccelli. Si tratta comunque di soluzioni da adottare a seconda del caso". Di certo queste misure di protezione per i volatili e i loro nidi non sono state seguite da chi ha ripulito gli argini del Lavello solo pochi giorni fa.
"Stavo viaggiando in auto verso Marina di Massa – racconta Elena Barbieri – quando ho visto un gruppo di pulcini che scappava via impaurito dall’erba alta. A quel punto ho fermato l’auto e sono scesa a controllare. Quello che ho visto è stato orribile. C’era il corpo di un’anatra completamente squarciato dalle lame del tagliaerba. Aveva il cranio spaccato e giaceva in terra in una pozza di sangue. In questo periodo dell’anno, d’altronde, questi uccelli nidificano nell’erba alta, ma evidentemente quando sono passati con il trattore non si sono posti il problema se ci fosse o meno qualcosa in mezzo al verde. I pulcini poi – prosegue – sono stati raggiunti dopo poco dalla loro madre, sicuramente, però, anche l’anatra morta aveva dei piccoli che, nella migliore delle ipotesi, l’hanno cercata chissà quanto. Non voglio però nemmeno pensare a quanti pulcini siano stati tritati dalle lame del trattore".