Agrolab, fumata nera Futuro incerto per 15 lavoratori Si riapre la vertenza

Ieri riunione fiume fra azienda, Regione, Comune e sindacati . In tarda serata la governance della holding non aveva ancora. chiarito lo sviluppo del sito produttivo di via Frassina.

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Agrolab, fumata nera Futuro incerto per 15 lavoratori Si riapre la vertenza

Il futuro dei 15 lavoratori (all’inizio erano 34) del settore analisi della Agrolab sembrava al sicuro, ma non è così. Dopo l’ultimo annuncio della holding europea leader nel settore delle analisi ambientali, in cui i vertici sembravano aver fatto marcia indietro verso la dismissione dello stabilimento di Nazzano, ieri ci hanno ripensato. Un ripensamento fatto in una riunione fiume a palazzo civico in cui ieri la Cgil e le istituzioni hanno fatto il possibile. E questo nonostante l’azienda avesse sottoscritto nelle scorse settimane un verbale per riconvertire il piano dei licenziamenti. Si va verso la chiusura del sito produttivo di Nazzano, a questo punto non c’è dubbio. A fare il braccio di ferro con l’azienda la sindaca Serena Arrighi, l’assessore regionale Alessandra Nardini e i sindacati, in primis il segretario della Cgil Nicola Del Vecchio, e quello generale della Filcams Cgil Sebastiano Salaro. Alle 22,45 di ieri la riunione era ancora in corso, e la proprietà non aveva intenzione di retrocedere: licenziamenti e dismissione del sito, le parole all’ordine del giorno. Una giornata intensa ma non produttiva, nonostante a palazzo civico fosse presente l’unità di crisi della Regione, che nella persona dell’assessore Nardini sta facendo il tutto e per tutto per salvare questa importante realtà territoriale. Un braccio di ferro durato oltre otte ore a che ad oggi non apporta novità alla sentenza di chiusura. La sindaca Arrighi ha parlato delle possibilità lavorative che si apriranno per Agrolab con le nuove prospettive legate alle analisi sul territorio, Nardini del fatto che la Regione è sempre disponibile a un accordo, i sindacati chiedono una risoluzione della vertenza. Insomma, un passo indietro rispetto alla firma del protocollo, firmatoanche da Confindustria e Cgil a cui si sono (e si erano rivolti) i dipendenti del sito di via Frassina, ancora prima che questa vertenza diventasse una nuova piaga del territorio, e lasciasse in mezzo alla strada altre quindici famiglie.

Alessandra Poggi