
Aeroporto “svuotato” L’Aeroclub sgombera A casa i 7 dipendenti e anche Pegaso a rischio
"Non possiamo più restare. Non siamo autorizzati a farlo". In poche parole il presidente dell’aeroclub Marina di Massa, Gianni Baldi, mette nero su bianco l’esito di una vicenda intricata. L’aeroclub dopo oltre 50 anni di presenza e quasi altrettanti di gestione lascia l’aeroporto di Cinquale con una conferenza stampa carica di rammarico e frustrazione. Sono state portate via tutte le attrezzature essenziali per il funzionamento in sicurezza dell’aeroporto, acquistata negli anni e di proprietà del club: radio, mezzi e personale per il servizio antincendio, dotazioni di sicurezza e supporto per la protezione civile. Se ne andranno anche gli aerei, in un altro posto. Si interrompe anche il servizio di rifornimento e non ce n’è un altro nelle province vicine su tutta la costa.
Se ne va l’aeroclub portandosi via il cuore dell’aeroporto che domani potrebbe smettere di battere, addirittura insieme a quello dell’elisoccorso Pegaso, se non interverrà con attrezzature, uomini e mezzi il commissario straordinario Jacopo Del Carlo, che da nota Enac avrebbe dovuto insediarsi il 21 agosto. Nota che ieri è diventata necessaria presa d’atto della realtà dei fatti: "Enac dice che l’aeroclub non è più titolato a gestire l’aeroporto e che dal 21 agosto subentra Del Carlo – evidenzia Baldi – e che il nuovo gestore è il Comune stesso. Come possa farlo è un’anomalia ma l’Enac ha approvato e ne prendiamo atto. Siamo al 22, il commissario non si vede ma noi, come consigliato anche dai nostri legali, dobbiamo andarcene perché non siamo più legittimati a stare. Non abbiamo avuto altre comunicazioni ufficiali di proroga fino al 31 agosto. Appena lasceremo l’aeroporto invieremo in serata una nota al sindaco, a Enac, ad Avincis (gestore dell’elisoccorso Pegaso ndr), alle forze di polizia che vengono qua a fare rifornimento, che non possiamo fare il servizio". E potrebbe essere il preludio al Notam aeroportuale di chiusura dell’aeroporto.
"Non ci sarà più neanche la base per la protezione civile senza aeroclub – sottolinea il presidente –. Abbiamo 7 dipendenti con contratto a tempo indeterminato e tutte le qualifiche necessarie a garantire il servizio. Senza si ferma anche il 118. Sette famiglie rimarranno a casa per il capriccio di qualcuno". Baldi ha anche ricordato il contenzioso in essere con il Comune, il debito che viene da lontano e la causa è ancora pendente in tribunale, evidenziando poi come l’Aeroclub però sotto la sua gestione abbia pagato con regolarità il canone annuale di 6mila euro al Comune.
Al fianco di Baldi c’è l’istruttore Marco Ranzoni, direttore della scuola di volo che aveva riaperto l’anno scorso fra grandi speranze: "Avevamo avuto ben 9 allievi in 4 mesi, il doppio della media delle scuole di tutta la Toscana. Ma senza disponibilità di un’aula in aeroporto siamo stati costretti a fermare l’attività". Ranzoni entra nel merito tecnico della gestione di sicurezza dell’aeroporto: "Nel 2012 era scaduta la concessione, non eravamo più titolati a essere i gestori ma siamo rimasti per non lasciare la nave alla deriva, pagando anche spese straordinarie che non ci competevano", altro aspetto parte della causa in corso. "E’ un momento triste – ha detto poi Giuseppe Leoni, presidente dell’Aeroclub Italia corso a Massa non appena saputa la situazione -. Per noi è come perdere un figlio e faremmo di tutto per tornare a Massa. Speriamo di poter tornare a sederci al tavolo con l’amministrazione per ridare un valore alla storia assieme".
FraSco