MARIA NUDI
Cronaca

Una storia di adozione: "Galeotta fu una lettera"

La pittrice Maria Rita Vita racconta del figlio Sergio trovato in un istituto a Mosca. È stato lui a chiedere alla madre di far conoscere al mondo la loro esperienza

La pittrice Maria Rita Vita con il figlio adottivo Sergio

Massa, 19 febbraio 2022 - Una storia di adozione che diventa libro. Tutto nasce da una lettera, quella che la pittrice massese Maria Rita Vita, ha scritto al figlio adottivo Sergio Lenzetti. Un figlio che non ha messo al mondo fisicamente, ma che ha scelto e voluto da quando lo ha incontrato la prima volta e a lui ha donato il suo amore di madre senza confini, senza barriere.

E quella lettera che sarebbe dovuta rimanere “privata“, come ricordo della famiglia, invece per desiderio di Sergio è diventata un libro. Il libro si intitola “Si Tu, proprio Tu“. "È La storia della nostra adozione. Avevo scritto questo libro a mano su album fotografici per abbinare alle parole le immagini, perché mio figlio un giorno potesse trovare le risposte alle domande che possono nascere in un figlio adottato. Volevo spiegargli come era stato il nostro incontro, quando lui aveva 3 anni. In questo libro la mia passione per l’arte non compare, c’è solo ed esclusivamente la mamma".

Come è composto il libro? "Si divide in tre parti. Ognuna scritta al rientro di ogni viaggio da Mosca. Il primo su quando ho conosciuto mio figlio, il secondo sulla sentenza del tribunale di Mosca. E il terzo su quando ho deciso di portarlo via dall’istituto per averlo sempre con me, educarlo, accudirlo, difenderlo con tutto l’amore che ho e che posso offrirgli. Il libro racconta tutta la storia dalla presentazione della pratica di adozione fino all’arrivo di Sergio a casa. È un libro scritto per lui. Non volevo pubblicarlo, ma Sergio lo ha preso, lo ha fatto leggere al presidente del Premio Bancarella Giancarlo Perazzini e alla moglie, che è un archeologa Monica Garruzzo, dicendogli che voleva rendere pubblica la sua storia come testimonianza per coppie che vogliono intraprendere questo passo e per chi viene adottato. Il libro è ambientato in Russia. Sergio aveva due anni e otto mesi, ora ne ha venti. Dice che gli ho donato il mare che per lui è la libertà, il futuro e che gli ho donato la vita".  

In copertina c’è lui? "Sì ha voluto la sua foto. È una foto che gli hanno scattato gli amici. A Marina". E Sergio ci tierne davvero a far conoscere la sua storia. "Con la mia famiglia – racconta – ho trovato l’amore. Cosa posso volere di più? Voglio che la gente conosca la mia storia per far capire che essere adottati non significa partire svantaggiati nella vita. Ho avuto la fortuna di avere una famiglia bella come può esserlo quella con figli biologici". Ora lLavora al Maito di Forte dei Marmi, gli piace il contatto con gli altri, ama il mare, gioca a scacchi e gli piace tirare con l’arco. D’altronde ha centrato il bersaglio della sua vita".