
Luciano Massari
Carrara, 26 marzo 2019 - «Troppi incarichi, in palese conflitto fra di loro». Così la Corte dei conti vuole vedere chiaro sulla denuncia presentata negli anni scorsi da Gianni Musetti del centro destra contro Luciano Massari, docente e direttore dell’Accademia di Belle arti nonché direttore artistico e membro del consiglio di amministrazione della società degli Studi d’arte Michelangelo. Un conflitto di interessi che secondo l’accusa avrebbe portato al direttore dell’istituto d’arte un vantaggio di qualche centinaio di migliaia di euro.
Che la Corte dei conti chiederebbe indietro in quanto profitto dovuto alla doppia competenza. Dalle denunce partite negli anni scorsi a carico del vertice dell’Accademia è interessato anche il ministero dell’Istruzione in quanto parte lesa nei guadagni del direttore. La duplice indagine, portata avanti a livello di magistratura e di governo, prende le mosse dalla legge Madia che di fatto ritiene incompatibili duplici incarichi, come in questo caso ai vertici di un istituito d’arte e nel cda di una società privata. Si tratta anche di concorrenza nello stesso settore, quello artistico, in cui opera sia l’Accademia che gli Studi d’arte Michelangelo. Una questione su cui stanno indagando sia la corte dei Conti che il dipartimento del Miur che ha già chiesto chiarimenti al direttore.
Soddisfatto Musetti, autore delle denunce che dichiara che finalmente vede giustizia: «Avevo fatto denuncia al ministero, alla Corte dei conti e al Garante dell’anticorruzione segnalando il fatto che Massari fosse sia docente che direttore dell’Accademia e allo stesso tempo anche nel cda di una società che opera nel settore artistico. Inoltre avevo denunciato anche il fatto che suo figlio lavorasse a sua volta in una società artistica. Questo va in conflitto sia con lo statuto dell’Accademia che con le leggi del ministero. Lo scorso anno – prosegue Musetti – c’erano 400 professori indagati per lo stesso motivo. Adesso il direttore dovrà scegliere se dimettersi dall’Accademia o dall’amministrazione della società di Franco Barattini. Inoltre è prevista la restituzione di tutti gli stipendi che ammontano a circa mezzo milione di euro. Si prefigura anche il danno erariale. Ci sono già delle persone condannate. In tanti hanno patteggiato e hanno restituito gli stipendi. Il mio commento è che forse finalmente finisce la dittatura Massari all’Accademia che non sarà più il salotto personale del direttore».