REDAZIONE MASSA CARRARA

Accademia Aruntica celebra 30 anni di memoria culturale e patrimonio cittadino

L'Accademia Aruntica festeggia 30 anni dalla rinascita, promuovendo la memoria culturale con opere e tradizioni.

Cristina Andrei, presidente e custode della storica. Accademia Aruntica

Cristina Andrei, presidente e custode della storica. Accademia Aruntica

Dall’aura elitaria delle accademie del settecento, alla custodia della memoria e del patrimonio culturale cittadino, fatto di opere materiali come statue, quadri ed edifici; ma anche immateriali come tradizioni e atmosfere. Così Cristina Andrei, presidente e custode dell’Accademia Aruntica, ha aperto la tradizionale riunione autunnale di studio della prestigiosa associazione culturale cittadina.

Una riunione che coincide con i 30 anni di attività dell’Aruntica dalla sua rinascita dopo che, sorta nel 1735, a metà ‘800 se ne erano perse le tracce. Era il 4 dicembre 1994 quando Claudio Pisani, con un gruppo di appassionati di cultura locale, ridava vita alla Aruntica, iniziando un percorso di scoperta e di riscoperta del passato della città. "Perchè la memoria del passato è strumento di costruzione del futuro" ha aggiunto la Andrei.

Un percorso fatto di oltre 60 riunioni di studio dove sono state presentate oltre 300 relazioni pubblicate nei 30 volumi di “Atti e Memorie”, per restare a futura memoria di una città distratta che spesso non si rende conto di avere avuto un passato interessante e per alcuni aspetti anche unico.

Andrei ha presentato anche l’opera dell’artista Claudio Cargiolli “Il pennello sul filo della memoria: la poetica del ricordo nell’arte di Claudio Cargiolli”, un pittore che trae ispirazione proprio nei ricordi e nella memoria.

Quindi gli interventi. Giuseppina Magnotta con “Lunigiana storica: Carrara e l’orma di Dante nella memoria popolare” ha ripercorso i motivi che rendono Dante così amato e presente nel tempo come figura di riferimento nella zona di Carrara e nella Lunigiana storica, con legami amicali e politici, con la volontà di tutelare queste terre con la propria influenza politica.

Con “La facciata del Duomo di Carrara, nuove ricerche” Filippo Donati ha illustrato le influenze pisane, genovesi e milanesi nei cantieri che hanno lavorato alla facciata del duomo, un edificio minore rispetto alle cattedrali più conosciute, ma sempre bello da guardare e da leggere, un simbolo della città.

Di “Scali marittimi lunensi nel medioevo” ha parlato Pietro Di Pierro, argomento spesso oggetto di nuove ipotesi dopo la scomparsa dell’importante porto di Luni.

I lavori sono stati chiusi da Davide Pugnana con “Percorsi della figurazione: i carraresi Sergio Vatteroni e Giulio Marchetti nella storia della pittura italiana di primo Novecento”, un viaggio tra due modi di intendere la pittura, con il primo che evidenzia il primato del disegno, mentre il secondo antepone a tutto il colore. Tutti gli interventi saranno pubblicati nel volume di “Atti e Memorie”.