
Andrea Bulgarella in uno dei primi momenti alla guida della società
Andrea Bulgarella ci ha lasciato all’età di 79 anni, dopo una malattia incurabile. Ieri mattina, a Pisa. Noi lo vogliamo ricordare come uno degli ultimi presidenti di un calcio che non c’è più, al di là delle ultime vicende rossonere.
La sua presidenza alla guida della Lucchese è durata dal febbraio del 2023 al gennaio di quest’anno, quando, a causa della malattia, ha dovuto alzare bandiera bianca. E non è stato un caso che, da quel momento, siano iniziati i guai per la società rossonera. Fino a quando Bulgarella, infatti, è stato sul ponte di comando della "nave" della Pantera, le cose, dal punto di vista societario, sono andate avanti senza problemi. Poi, dopo, tutti sappiamo com’ è andata. Ricordiamo benissimo le sue prime dichiarazioni, il giorno della presentazione alla stampa e ai tifosi al "Museo Rossonero", quando, definendosi un "sognatore", disse in modo chiaro che era venuto a Lucca, non per la ristrutturazione del vecchio "Porta Elisa", ma per costruire una squadra "ambiziosa", proiettata, nel giro di qualche stagione, verso un futuro ricco di soddisfazioni, con l’intento di far sognare una "piazza" depressa e reduce da troppe delusioni. Perché lui, nella vita, è stato un "numero uno", uno che ha lottato e vinto mille "battaglie" e questo suo spirito battagliero voleva portarlo anche nel calcio rossonero.
Non ci è riuscito, ma sicuramente ci ha provato e vi possiamo assicurare che Lucca e la Lucchese gli erano entrate, in qualche modo, nel cuore. Ce lo ha confidato tutte le volte nel corso di molte chiacchierate telefoniche che abbiamo avuto con lui, ognuno nel rispetto dei propri ruoli, ma sempre improntati alla stima reciproca.
Bulgarella, prima della Lucchese, ha guidato anche il Trapani negli anni ‘90, portandolo dai dilettanti a sfiorare la serie cadetta. E, poi, il Pisa, proprio in "B".
Personalmente dobbiamo dire che Andrea Bulgarella è sempre stato cortese e disponibile. Se ne è andato, dunque, un "sognatore", un presidente vecchio stampo di un calcio che non c’è più. Per la Lucchese aveva in mente grandi cose e chissà che non avrebbe realizzato i suoi "sogni" ambiziosi, se non fosse intervenuta la malattia. Addio, presidente.
Emiliano Pellegrini
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