
Con una nuova sentenza, questa volta della Cassazione, il presidente della Cooperativa Apuana, Ottavio Baisi, si è visto respingere il ricorso presentato dai suoi legali, inerente il sequestro della cava III del sito di Piastra Bagnata, che si trova in località Arnetola nel comune di Vagli Sotto. Ipotizzati gravi reati ambientali nella gestione della suddetta cava, in concessione alla Cooperativa Apuana Vagli Soc. Coop., della quale Baisi è appunto presidente e responsabile in prima persona.
Prese in considerazione dalla Cassazione, le linee guida dell’indagine della procura che insiste sulla presunta mancata messa in sicurezza di una “frattura carsica“ vicino all’area di estrazione del marmo. Sotto questa, infatti, scorrerebbe la falda acquifera che dal territorio comunale di Vagli, confluirebbe nel fiume Frigido, corso d’acqua che scorre per oltre 17 chilometri nella limitrofa provincia di Massa Carrara. Secondo la tesi dell’accusa, l’attività estrattiva rischierebbe di contaminare le acque, attraverso polveri e detriti che filtrerebbero dalla stessa frattura. Secondo la difesa di Baisi, invece, la frattura in questione sarebbe già protetta al massimo delle possibilità di intervento, anche considerando che non esisterebbe dimostrazione valida per stabilire che l’acqua possa essere inquinata, visto che la spaccatura non arriverebbe a mettere in comunicazione la superficie della cava con la falda sottostante.
Il risultato a oggi, comunque sia la situazione ambientale, è il sequestro confermato e il fermo dei lavori nell’area. In queste ore, a intervenire sulla notizia, è anche l’avvocato Laura Buffoni, che, per evitare equivoci e connessioni, sottolinea come la vicenda giudiziaria di Piastra Bagnata, non abbia alcuna connessione con altre indagini che possano aver riguardato e riguardino nello specifico l’amministrazione comunale di Vagli Sotto.
"L’indagine in cui è stato disposto il sequestro - sottolinea e chiarisce la legale - non ha nulla a che vedere né con presunte ipotesi corruttive né con appalti né, in alcun modo, con l’amministrazione comunale di Vagli di Sotto. Si tratta di presunti reati ambientali, ritenuti connessi all’ordinaria attività estrattiva e per i quali, trattandosi di ipotesi sanzionate anche penalmente, il legale rappresentante è chiamato a rispondere in detta qualità. Il procedimento penale nell’ambito del quale è stato disposto il sequestro in oggetto, non è parte di alcun “filone delle cave“, né di altri simili".
Fiorella Corti