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Uno tsunami sullo sport La riforma Abodi rischia di spedire in tilt il mondo dei dilettanti

Le nuove norme modificano radicalmente la gestione delle piccole società sportive con l’introduzione di figure professionistiche e modifiche all’amministrazione fiscale.

Uno tsunami sullo sport La riforma Abodi rischia di spedire in tilt il mondo dei dilettanti

Il mondo dell’associazionismo dilettantistico sportivo, si trova a fronteggiare una sorta di tsunami legislativo. Perché una parte considerevole di associazioni e società dovranno fare i conti con le novità introdotte con la riforma del lavoro sportivo a firma del Ministro per lo sport e i giovani Andrea Abodi, e del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Marina Calderone.

Il decreto legislativo introduce disposizioni integrative e correttive dei decreti attuativi della Riforma dello sport, già in vigore dal 1 luglio scorso. Allo studio, però, appaiono modifiche che andranno a integrare il testo. Il provvedimento, nella nostra provincia, interessa una miriade di società dilettantistiche le quali dovranno, per forza, mettere mano allo statuto a seguito di quanto introdotto dal D.Lgs 3621. E per questo, è in corso la dilatazione di tempi che il governo ha spostato al 31 dicembre di quest’anno.

Ma cosa cambia? Diciamo subito che sul lavoro sportivo dilettantistico è previsto l’innalzamento a 24 ore settimanali di limite allo svolgimento nella forma autonoma. Saranno interessati alla riforma "il lavoratore sportivo, l’atleta, l’allenatore, l’istruttore, il direttore tecnico, il direttore sportivo, il preparatore atletico e il direttore di gara".

Un apparato variegato e consolidato in ogni associazione dilettantistica, più o meno grande che, recita la disposizione, "senza alcuna distinzione di genere e a prescindere dal settore professionistico o dilettantistico, esercita l’attività sportiva verso un corrispettivo".

Una sorta di riordino che rischia di mettere in crisi un "mondo", quello delle piccole realtà sportive, che già faticano ad andare avanti per le mille incombenze cui sono chiamate ad assolvere. E che da ora in poi, non potranno più schivare. Intanto perché la catalogazione delle figure inquadrate dovrà essere strutturata. E fin qui, diciamo, è possibile immaginare un passaggio burocratico in più. Ma non sarà sufficiente, perché il ricorso ai professionisti che dovranno inquadrare dal punto di vista fiscale il singolo prestatore d’opera, avrà naturalmente un costo.

Il ministro Abodi dichiara "di aver previsto dei contributi economici per le piccole Asd e Ssd che hanno entrate annue al di sotto dei 100.000 euro, e abbiamo precisato che per i lavoratori sportivi titolari di contratti di collaborazione coordinata e continuativa".

Ma alcune società lucchesi da noi interpellate, manifestano una certa preoccupazione. "Non le nascondo – dichiara un dirigente sportivo di una nota squadra di calcio dilettantistica – che all’inizio abbiamo pensato di abbandonare tutto; il lavoro di 40 anni, l’impegno nei confronti dei giovani, però, ci ha fatto riflettere ed eccoci qui, per cercare di capire come andare avanti". C’è da augurarsi che lo sconforto non prevalga; che la disposizione tenga conto di una moltitudine di ragioni accampate dalle piccole associazioni il cui scopo è quello di aggregare i giovani e far transitare dalla possibilità di fare sport, l’impegno, la solidarietà, il benessere psicofisico.

Maurizio Guccione