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Una notte con Chet. Il poeta del jazz torna a vivere nell’omaggio al Giglio

La giornata organizzata dal teatro in memoria del musicista che a Lucca fu arrestato e trascorse quasi due anni in carcere.

Una notte con Chet. Il poeta del jazz torna a vivere nell’omaggio al Giglio

Sarebbe piaciuto a Chet Baker il concerto dei suoi colleghi e amici, lunedì sera, in quel Teatro del Giglio che lo vide protagonista nel suo show di ritorno alle scene dopo la sua detenzione in San Giorgio. Perché dalla prima all’ultima nota avrebbe potuto riascoltare tutti i suoi brani preferiti, a partire da “My funny Valentine“ e poi perché ognuno dei musicisti sul palco ha raccontato qualcosa, soprattutto di divertente, di lui, visto in scena o fuori. Giovanni Tommaso, lucchese, c’era in quell’occasione: era un giovane contrabbassista, “terrorizzato“ dal suonare con quel genio. Ma non solo: in “Time after time“, Chet ha potuto cantare di nuovo insieme ai suoi grandi amici musicisti, grazie alla tecnologia di oggi che ha estratto la sua voce angelica, vero contrappasso di un uomo dalla vita sregolatissima, da una sua incisione, per un effetto magico che sì, stavolta, ha fatto scendere lacrime e suscitare brividi in platea e anche sul palco.

C’era il pubblico delle grandi occasioni, un “sold out“ che ha lasciato qualcuno fuori del teatro, che potrà però recuperare l’evento grazie a Rai5, che lo trasmetterà, in data però ancora da definire. Un pubblico dove prevalevano i capelli bianchi e con pochi giovani, purtroppo, ma questa è un’altra storia.

Il quartetto stellare che per un’ora e mezzo ha fatto sognare era composto, oltre al già citato Tommaso, dal batterista Roberto Gatto, dalla pianista Rita Marcotulli e dal trombettista Enrico Rava, che da Baker, a inizio carriera, ha certamente imparato parecchio, prima di diventare uno dei solisti più richiesti e ascoltati in tutto il mondo. Tutti questi grandi musicisti hanno idealmente fatto un passo indietro per lasciare la scena a lui, che questa città, nonostante il carcere, amava perché lo aveva comunque "trattato bene".

C’è stato spazio anche per l’intervento di Vito Tommaso, fratello di Giovanni, il vero fondatore dei Cinque e poi del Quartetto di Lucca, che ha suonato anche un breve brano al piano, dedicandolo anche lui a Chet. Una serata davvero piacevole e densa di emozioni, dove la musica è riuscita ancora una volta a creare un ponte spazio-temporale tra artisti e pubblico.

La giornata dedicata a Chet è stata aperta dalla tavola rotonda nel Ridotto del teatro, moderata da Giorgio Angelo Lazzarini, amministratore unico del “Giglio e presenti i musicisti, con Domenico Manzione, autore del libro “Il mio amico Chet. Storia un po’ vera e un po’ no del processo a Chet Baker”; lo storico del jazz Francesco Martinelli; Carlo Andrea Giorgetti, già membro del Circolo del Jazz, musicista e studioso e Vittorio Barsotti, presidente del Circolo Lucca Jazz.

Paolo Ceragioli