Ultime frontiere, la smart city. Intelligenza amica dell’ambiente

E’ senza dubbio il connubio vincente di sostenibilità e tecnologia, chi non la adotterebbe?. SCUOLA MEDIA INTERNAZIONALE ESEDRA.

È già realtà in alcuni Paesi del mondo, può essere considerata una valida soluzione per ridurre l’inquinamento e migliorare la qualità della vita dei suoi cittadini: la smart city – o città intelligente – è il connubio vincente di sostenibilità e tecnologia. Il concetto di smart city si basa sulla combinazione di tre parole chiave: innovazione, efficienza e sostenibilità. Grazie alle nuove tecnologie gli spazi urbani possono essere pianificati per soddisfare i bisogni di tutti i cittadini, offrendo loro ogni tipo di servizio in maniera rapida, efficace ed inclusiva e garantendo loro una sicurezza costante.

L’obiettivo delle “città intelligenti” è semplificare la vita, sempre più frenetica, degli individui. La connessione internet accessibile a tutti – anche ai turisti – gratuitamente e in ogni angolo del suolo cittadino, sensori di viabilità che segnalano in tempo reale incidenti o situazioni di pericolo e che potrebbero accelerare l’arrivo dei soccorsi, applicazioni in grado di rilevare parcheggi liberi e potenzialmente prenotabili, infrastrutture senza barriere architettoniche sono solo alcune delle caratteristiche che una città dovrebbe avere per essere definita “smart”; eppure, nella piccola realtà del centro della Toscana sembrano ancora un miraggio.

Certamente, la sostenibilità e l’utilizzo di energie rinnovabili sono due pilastri delle città intelligenti, come ci ricorda l’obiettivo 11 dell’Agenda 2030. Sarebbe utile per il bene del nostro pianeta – e dei nostri polmoni! – ridurre la circolazione dei veicoli nei centri urbani, privilegiando l’uso di mezzi pubblici, biciclette, monopattini o il cosiddetto car sharing, la condivisione delle auto, già ampiamente in uso nelle grandi città. E perché non a Lucca? Il capoluogo toscano, infatti, ha la concentrazione di polveri sottili più alta della regione, secondo Ansa.

Molti potrebbero pensare che l’introduzione di impianti alimentati da energia rinnovabile danneggerebbe la scenografia dei centri storici italiani, ma basterebbero pochi accorgimenti per rendere una città sostenibile preservando la storia e l’arte del Belpaese. A quando risale la prima città smart? Nel 1971 Curitiba, in Brasile, per sopperire al grave problema del sovraffollamento, dovuto a un periodo di espansione industriale.

Oggi si contendono la prima posizione mondiale Londra, Stoccolma e Singapore. Al servizio dei cittadini, amica dell’ambiente e tecnologica. La domanda alla fine sorge sponanea: chi non vorrebbe vivere in una città intelligente?