Tra i nuclei familiari aiutati risiedono tanti minori

E’ il numero più alto mai registrato dall’inizio delle attività dei centri di ascolto dell’Arcidiocesi. Quattro i profili del percorso di impoverimento.

Tra i nuclei familiari aiutati risiedono tanti minori

Tra i nuclei familiari aiutati risiedono tanti minori

di Paolo Mandoli

LUCCA

Anche quest’anno la Caritas ha presentato l’annuale "Rapporto sulle povertà e le risorse nella Diocesi di Lucca". Un quaderno di oltre 120 pagine ricco di numeri e grafici, ma soprattutto di storie e di volti, ovvero di quanto emerso dagli incontri con le migliaia di persone che nel 2023 si sono rivolte ai 32 centri di ascolto, dislocati nei diversi Comuni e frazioni dell’Arcidiocesi. Sono state censite 2.472 persone (erano state 2.385 nel 2022), ovvero il numero più alto mai registrato dall’inizio delle attività dei centri di ascolto. A queste se ne devono essere aggiunte altre, non quantificabili, che hanno beneficiato di forme di sostegno informale da parte di sacerdoti, volontari, ecc. persone che non sono passate dai centri di ascolto per vergogna o per difficoltà logistiche. Complessivamente considerando le loro situazioni familiari si tratta di 8.000 e più persone.

Circa una persona su due frequenta i centri Caritas da più di quattro anni. Molto diffuso è il fenomeno del ritorno ai centri dopo un periodo di miglioramento della propria condizione di disagio. "Tra i percorsi di impoverimento - spiega la professoressa Elisa Matutini, sociologa dell’Università Ca’ Foscari di Venezia – che collabora con la Carita diocesana da moltissimi anni – si possono individuare quattro profili. Il primo riguarda i nuclei familiari composti da persone coniugate o conviventi con figli piccoli, il cui impoverimento prende avvio da difficoltà legate al lavoro. In questo profilo si trova la maggior parte dei lavoratori poveri incontrati nel 2023. In uno scenario di questo tipo si possono verificare situazioni in cui i nuclei familiari non riescono ad arrivare a fine mese nemmeno quando entrambe le persone adulte hanno un’occupazione. Il secondo profilo di persone è costituito da nuclei familiari monogenitoriali e, in modo particolare, da quelli che hanno come figura adulta di riferimento una donna. Le lavoratrici, pur avendo titoli di studio mediamente più elevati degli uomini, avvertono più difficoltà rispetto ai maschi nel trovare un’occupazione e conservarla. Anche le retribuzioni tendono ad essere estremamente contenute. Il terzo coinvolge soprattutto le persone che vivono da sole, senza figli, in maggioranza maschi italiani over 50, che hanno sempre faticato a trovare un’occupazione perché interessati da una pluralità di fattori di fragilità, tra i quali anche problemi di salute. Il quarto e ultimo profilo è costituito da coloro che non sono più in età da lavoro e che percepiscono una pensione non adeguata alle proprie esigenze".