GIULIA PRETE
Cronaca

"Non dimenticherò quelle urla strazianti". Nicola e l’impegno nelle missioni in mare

Il giovane soccorritore lucchese, lo scorso aprile ha lavorato a bordo di Life Support, nave di ricerca e soccorso di Emergency

Il lucchese Nicola Pera

Il lucchese Nicola Pera

Lucca, 26 maggio 2024 – Inaugurata nell’Armeria di Palazzo Ducale la mostra fotografica sulla Life Support, la nave di ricerca e soccorso di Emergency che, proprio nel mese di maggio, ha festeggiato il suo trentesimo compleanno. Alla mostra, che sarà aperta fino al 31 maggio dalle 10.30 alle 18.30, saranno proiettati anche alcuni brevi filmati e sarà possibile vivere un’esperienza sensoriale grazie ai visori 3D. Per l’occasione, abbiamo intervistato Nicola Pera, giovane soccorritore lucchese, da anni volontario anche della Croce Rossa di Lucca, che lo scorso aprile ha lavorato a bordo della nave come logista.

Quando è nata la sua passione per il volontariato?

"La mia passione per il volontariato è arrivata quando avevo appena sedici anni. Mi sono impegnato da subito nella mia città, garantendo anche servizi di continuità e assistenza al territorio. Successivamente, ho svolto diverse esperienze internazionali attraverso alcune Ong, in particolare fornendo supporto e assistenza alle persone migranti in Grecia, in Turchia, in Kenya e nel mar Mediterraneo centrale".

Quali le sue esperienze?

"Sono laureato in Cooperazione internazionale e ho festeggiato il mio trentesimo compleanno a bordo della nave di ResQ - People Saving People. Nelle due missioni a cui ho preso parte, abbiamo portato in salvo più di 100 naufraghi sulla rotta tunisina strappandoli dal mare e da morte certa. Era agosto 2023 e ricordo benissimo quella notte: una barca iniziò ad imbarcare acqua, sovraccarica di persone, e si capovolse. Dalla nave madre, nell’incapacità di vedere qualcosa, si potevano solo sentire le urla strazianti delle persone in pericolo. Una donna fu trovata morta dal team di soccorso: era partita dall’Africa subsahariana con l’intento di accompagnare la sua piccola nipote e garantirle un futuro migliore".

Quale il suo ruolo?

"Da poco ho avuto anche l’onore di collaborare con Emergency a bordo della Life Support. Nel ruolo di logista, sono stato affiancato da un team altamente specializzato e motivato e abbiamo portato in salvo più di 300 persone nelle tre missioni cui ho preso parte. Quando i naufraghi si trovavano a bordo della Life Support, il mio obiettivo era garantire la soddisfazione dei loro bisogni essenziali, come la distribuzione dei pasti, e rendere la permanenza delle persone soccorse più confortevole possibile in un’area coperta e dotata di un ambulatorio medico".

Quali i ricordi, quali le sensazioni?

"L’interazione tra le variegate culture a bordo poteva essere dettata dalla semplice, ma preziosa traduzione di una parola della lingua madre in italiano e viceversa; uno scambio prezioso che ci ricorda che la nostra unica e sola provenienza è quella umana. Non meno importante è stata la capacità di creare un’atmosfera basata sulla reciprocità e la condivisione tra le persone soccorse e lo staff presente sulla nave, considerando i tempi di navigazione che risultano essere sempre più dilatati a causa dell’assegnazione, da parte delle autorità italiane, di porti di sbarco lontani dalle aree di ricerca e salvataggio. Oggi nella mia mente affiorano immagini di bambini, giovani, donne, che nonostante il viaggio estenuante, le torture e i rischi inimmaginabili avevano conservato la speranza per un futuro migliore. Se la nave Life Support non fosse stata là, quell’umanità si sarebbe vista negata il diritto alla vita, dispersa in fondo al mar Mediterraneo o respinta e detenuta in una prigione libica".

Giulia Prete