Risciò in centro, si va verso un sistema di divieti mirati in alcune zone

Risciò in centro, si va verso un sistema di divieti mirati in alcune zone

Risciò in centro, si va verso un sistema di divieti mirati in alcune zone

Uso in città dei risciò, nelle prossime settimane è previsto un incontro tra l’amministrazione comunale e tutte le attività che li noleggiano per concentrarsi su una proposta di limitazione delle strade e delle piazza percorribili con questo tipo di mezzi. Come noto, l’uso dei quadricicli crea da anni problemi in centro storico e non solo per l’uso frequentemente indiscriminato e troppo spesso distratto che ne fanno i turisti. Dopo il tentativo di vietarne l’uso portato avanti dall’amministrazione Tambellini, schiantatosi contro una sentenza del Tar toscano che annullò il provvedimento di Palazzo Orsetti, l’amministrazione Pardini proverà invece a contenere e disciplinarne l’uso attraverso divieti mirati in alcune strade e piazze.

Risulta praticamente impossibile invece ipotizzarne la circolazione ai soli maggiorenni – visto che sono principalmente i minorenni a essersi resi protagonisti di alcuni incidenti talvolta spettacolari e con conseguenze fisiche per gli occupanti del mezzo e per passanti –, perché i risciò, per il Codice della Strada, sono assimilabili alla biciclette e dunque non sottoponibili a vincoli leggi all’età degli utilizzatori.

L’assessore alla Mobilità Remo Santini, che nelle scorse settimane ha già avuto incontri con le attività che affittano i mezzi, sembra dunque orientato a percorrere la strada delle limitazioni per evitare nuovi ricorsi al Tar, sulla scorta di quanto fatto anche in altre città. L’idea di limitare la circolazione dei risciò, proprio per rendere poi sanzionabili gli eventuali comportamenti non rispettosi delle regole, dovrà giocoforza andare di pari passo alla apposizione di una cartellonistica adeguata in grado di informare dove sarà possibile circolare con questi mezzi che se risultano graditi dai turisti sono a dir poco indigesti a una gran parte dei lucchesi.

Fabrizio Vincenti