Il tema movida alza la temperatura. A intervenire sono oggi i residenti in Corso Garibaldi, che ringraziano l’amministrazione per il percorso avviato di confronto tra le parti, ma ribattono agli operatori. “E’ bene chiarire – è la premessa – che non abbiamo e nemmeno vogliamo alcun potere di far chiudere le attività ad un orario piuttosto che ad un altro in quanto a ciò è deputato il sindaco e l’amministrazione comunale laddove vengano riscontrate irregolarità e l’omesso rispetto dei regolamenti locali nella gestione degli esercizi commerciali. Abbiamo, però, il diritto di vivere in pace all’interno della nostra abitazione, il diritto di poter ascoltare la televisione, il diritto di riposare e non di vegliare sino alle prime ore del mattino a causa degli schiamazzi e dei cori che, senza sosta, soprattutto ogni fine settimana, ci disturbano fino a tarda ora“. I residenti chiedono il rispetto delle norme, compreso il regolamento di Polizia Locale approvato nel 2018 secondo cui dalle 20 alle 8 del mattino deve essere garantito il riposo. “ Nessuno di noi condanna genericamente la gioventù che nell’ordine di diverse centinaia di persone staziona all’esterno degli esercizi pubblici, ma il comportamento irrispettoso ed incivile di molti di loro che, come accertato dai rilievo fonometrici effettuati dall’Arpat sia nel 2018 che nel 2020, dà luogo, unitamente al volune eccessivo della musica dei locali che si protrae ben oltre l’orario consentito, ad un inquinamento acustico notturno gravemente dannoso per la salute delle persone“. “E’ chiaro che se i locali chiudessero prima, quanto meno la maggior parte dei giovani poco dopo se ne andrebbe. E’ assurdo leggere – il riferimento è all’articolo che abbiamo pubblicato il 22 febbraio – che chi ha preso casa in Corso Garibaldi sapeva di esporsi a rumore e movimento: questa è una affermazione di un gravità e falsità assoluta come quella secondo la quale già il nonno ed il padre di colui che l’ha resa passavano le serate in Corso Garibaldi. Ma quando mai, questa è la dimostrazione ulteriore che certe persone non vogliono saperne di arrivare ad una civile convivenza e gestiscono i locali commerciali incuranti del riposo e della tranquillità dei residenti“.
“Sono anni che sopportiamo di tutto, compreso palchi in strada e musica diffusa ad altissimo volume al punto da doversi rivolgere anche all’autorità giudiziaria. I limiti della pazienza umana sono stati ampiamente superati e, grazie all’impegno del Comune, confidiamo che si possano ottenere decisioni che vadano incontro al reciproco interesse, quello dei residenti e quello di chi esercita un’attività commerciale nel pieno rispetto delle normative vigenti il che, fino da oggi, non è successo, contrariamente a quanto affermano i gestori chiamati in causa“.