PAOLO PACINI
Cronaca

Puccini, inedito conteso. Una cantata giovanile oggetto di diffide sulla titolarità dei diritti

La composizione del 1877 sarà eseguita domenica 28 aprile nell’ambito di “Lucca Classica“ dall’Orchestra del Boccherini. Il Conservatorio invia lettere tramite un legale a vari soggetti.

Puccini, inedito conteso. Una cantata giovanile oggetto di diffide sulla titolarità dei diritti

Puccini, inedito conteso. Una cantata giovanile oggetto di diffide sulla titolarità dei diritti

Spunta anche un (mezzo) inedito di Giacomo Puccini ad allietare l’anno del centenario. Si tratta di un lavoro giovanile, per la precisione del 1877, una cantata per tenore coro e orchestra che Puccini, poco più che diciottenne, scrisse per un concorso della Provincia, senza peraltro vincerlo. Tanto per ribadire il classico motto “nemo propheta in patria...“.

La cantata, intitolata “Cessato il suon dell’armi (I figli d’Italia bella)”, potrà essere ascoltata domenica 28 aprile a Lucca a chiusura della rassegna “Lucca Classica 2024“: sarà eseguita dall’Orchestra del Conservatorio “Boccherini”, diretta dal Maestro GianPaolo Mazzoli.

Ma come tutto quello che ruota intorno al Maestro, non potevano mancare anche qui dei retroscena intricati. L’inedito giovanile è infatti diventato oggetto di contesa e di un recente scambio di lettere tra avvocati con diffida da parte del Conservatorio Boccherini a utilizzare la composizione del 1877. Al centro, rivendicata con forza dal “Boccherini“, ci sarebbe la “titolarità“ dell’inedito stesso, uno spartito che ha una storia piuttosto interessante.

Le parti staccate della composizione saltano fuori solo nel 2003 poco dopo l’uscita del fondamentale catalogo pucciniano dello studioso Dieter Schickling che dà l’opera per dispersa. E’ la stessa nipote Simonetta Puccini a trovare nella casa di Torre del Lago le parti della cantata “Cessato è il suon dell’armi...“ del 1877 e a consegnarle a don Emilio Maggini. Mancano le parti per tenore, tromboni e corni, ma don Maggini completa la partitura a suo sentimento. La prima esecuzione dal vivo è quella del 6 giugno 2003 a Lucca diretta dal Maestro Gianfranco Cosmi. Nel gennaio 2004 è il Maestro Riccardo Chailly a inciderla con Orchestra Sinfonica e Coro di Milano Giuseppe Verdi.

Passano gli anni e un bel giorno alla fine del 2018, nelle sue ricerche nella biblioteca del Conservatorio Boccherini, la studiosa Gabriella Biagi Ravenni trova un manoscritto rubricato come “anonimo“, dal titolo “Figli d’Italia bella“. Si tratta della partitura completa della cantata, che figura insieme a materiali degli antenati di Puccini che lo stesso Giacomo aveva donato alll’allora istituto “Pacini “ nel lontano 1891. Da un esame accurato, ricava che si tratta della partitura autografa della cantata ritenuta dispersa.

A quel punto vengono nasce un progetto congiunto del Centro Studi Puccini e del “Boccherini“. L’idea è di preparare un evento in vista delle celebrazioni del centenario del 2024. Nel frattempo la pandemia complica a lungo il quadro e si arriva così all’aprile 2023 quando viene consegnata una lettera al Maestro Riccardo Chailly. L’occasione è la consegna del premio “Lucca Classica 2022“ avvenuta al Teatro alla Scala. Centro Studi Puccini, “Boccherini“, Associazione Musicale Lucchese e l’Edizione Nazionale delle Opere di Puccini chiedono a Chailly di valutare launa nuova esecuzione con questa edizione della partitura finalmente completa del “Cessato il suon dell’armi“. Ma il progetto non decolla mai.

Intanto alla fine del 2023, ad opera del musicologo Virgilio Bernardoni, viene pubblicata nell’Edizione Nazionale delle Opere Pucciniane edita da Carus a Stoccarda, l’edizione critica di questa composizione, che tiene conto anche le piccole successive varianti pucciniane sulle parti conservate a Torre del Lago. Ecco però allora il Conservatorio Boccherini che rivendica la proprietà esclusiva (ma il fondo appartiene al Comune di Lucca) tramite lettera di un legale. In ballo c’è lo sfruttamento dei diritti, cessati da tempo, ma rinnovabili per 25 anni a partire dalla prima pubblicazione o dalla prima esecuzione pubblica. Già, ma quale?