Processione di San Bartolomeo a Sillano-Giuncugnano: tanti fedeli a Passo di Romecchio

La processione di San Bartolomeo è tornata dopo 4 anni al Passo di Romecchio, sull'alpe di Soraggio, un luogo simbolico per la Valle di Soraggio. Un evento per mantenere vivo il legame con la tradizione e far conoscere mete meno note.



Processione di San Bartolomeo a Sillano-Giuncugnano: tanti fedeli a Passo di Romecchio
Processione di San Bartolomeo a Sillano-Giuncugnano: tanti fedeli a Passo di Romecchio

Tanti fedeli a piedi, ai 1.700 metri slm, di Passo di Romecchio (in foto). Dopo quattro anni, ritardata a causa del Covid, si è svolta di nuovo la tradizionale processione di San Bartolomeo fino a Passo di Romecchio sull’alpe di Soraggio, in comune di Sillano Giuncugnano. I numerosi partecipanti sono arrivati in auto fino al rifugio La Foce, partendo da Metello, dopo circa 50 minuti impiegati su una strada di montagna. Dal rifugio “La Foce“, a 1.579 metri slm, è iniziato il tragitto a piedi per circa 30 minuti fino alla località Fociarella, dove il giorno prima, con un motocoltivatore, era stata trasportata la statua del santo. Dalla Fociarella ha preso il via la processione con la statua di San Bartolomeo, a cui è intitolata la parrocchia di Metello, trasportata su un piccolo trono di legno da quattro volontari.

Dopo circa dieci minuti l’arrivo al Passo di Romecchio, dove si trova l’oratorio dedicato all’apostolo Bartolomeo, dove è stata celebrata la Messa da don Revocat Habiyaremye, un giovane sacerdote africano arrivato da poco in Garfagnana, che si è subito reso disponibile a presenziare la tradizionale processione. Un tempo terra di transumanza, con ben 25mila ovini, di preghiera e di incontro tra la Toscana e l’Emilia Romagna, il Passo di Romecchio rappresenta un luogo simbolico per tutta la Valle di Soraggio. Grazie infatti alla volontà degli abitanti di Metello di non disperdere le tradizioni locali e familiari, nel 1991, paesani e villeggianti si unirono per riportare all’antico splendore il piccolo oratorio. A partire da quell’anno, l’Associazione di Volontariato “San Bartolomeo“, a cadenza biennale, mantiene vivo il legame con la tradizione grazie alla caratteristica processione sul crinale che, dopo il rito religioso, si conclude con un familiare ristoro in quota. Un evento originale che ha anche l’obiettivo di far conoscere quelle piccole mete meno conosciute, ma con una grande storia che merita di essere raccontata e diffusa.

Dino Magistrelli