
Nubi sul progetto del terminal bus. E sul futuro dell’ex scalo merci va in scena il faccia a faccia
Il mitico terminal bus nell’ex scalo merci della stazione ferroviaria, quello annunciato più volte come imminente già ai tempi della giunta Tambellini, è a rischio. La conferma è arrivata durante un incontro tenutosi ieri tra una ventina tra residenti, commercianti e professionisti della zona con l’assessore ai Lavori Pubblici Nicola Buchignani che era accompagnato da dirigenti e tecnici comunali.
L’incontro, sollecitato dai cittadini, decisamente scontenti per il degrado in cui versa l’area (era presente anche Gino Cervelli di Confesercenti) è servito per fare il punto su quello che può essere e soprattutto per quello che non può essere fatto. "L’area - spiega Buchignani - è di proprietà di Ferrovie dello Stato, non è nostra, ogni riflessione deve partire da qui. Lo sappiamo che la zona non è certo in buono stato, ma quello che possiamo fare è garantire una maggiore cura del parcheggio che peraltro non è nemmeno in concessione, ormai scaduta, ma solo in uso. Per il resto, abbiamo provveduto a transennare i due magazzini abbandonati per evitare che qualcuno ci si avvicini. Più di tanto non possiamo fare".
In realtà, da quelle parti, soprattutto di notte, si aggira una varia umanità come hanno confermato anche le cronache dei giorni scorsi. Nella zona di proprietà di FS l’erba ha raggiunto altezze da foresta tropicale e in almeno un punto la recinzione è caduta, permettendo senza grandi sforzi di accedere ai magazzini. In generale, lamenta chi lavora o abita da queste parti, manca la cura, per quanto il Comune abbia garantito a breve i lavori ai marciapiedi della zona.
Ma, come accennavamo, qualche nube si addensa sul possibile e mitologico terminal bus che sarebbe dovuto entrare in funzione al più tardi alla metà degli anni Dieci del secolo e che invece è ancora nelle nebbie. "Facile vendere le idee, più difficile realizzarle - aggiunge Buchignani - è stato portato avanti un progetto su un’area che non era del Comune, ma di altri soggetti e poi, come se non bastasse, veniamo a scoprire che una parte di quell’area, circa 3.000 metri quadrati, FS non la può cedere. Senza considerare che nonostante i solleciti, FS non ci ha mai detto esattamente cosa ci sia sotto l’area, noi crediamo vi siano da effettuare delle bonifiche per la presenza di una cisterna e di cavi della media e alta tensione il cui spostamento avrebbe un costo enorme: ecco perché l’ipotesi di una vendita non è decollata: a occhi chiusi, non compriamo. Ma per il terminal bus siamo ancora in trattativa, la partita non è chiusa".
Fabrizio Vincenti