"Niente allarmismi, ma seguiamo le regole"

Il dottor Tomasi invita a non drammatizzare. "Sul virus sono ottimista, sempre che si rispettino le semplici misure di sicurezza".

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"Distinguerei tra le persone positive e i nuovi casi, che non sono la stessa cosa, ma resto ottimista sullo sviluppo del Covid-19, a patto che si tengano sempre presenti le misure di sicurezza". Lo sostiene il dottor Alberto Tomasi, già direttore dell’area Igiene e sanità pubblica dell’Azienda USL Toscana nord ovest, da qualche mese in pensione. Il Coronavirus può essere battuto e i casi attuali sono frutto di un allentamento di alcuni comportamenti specie tra i giovani, ma anche di un maggior monitoraggio della popolazione. Il Covid-19 sta cambiando, va solo tenuta alta la guardia senza inutili allarmismi.

"Basti pensare al fatto che mesi fa i contagi erano prima di tutto negli ospedali o nelle residenze assistite. Oggi il virus corre di più in famiglia e i focolai sono favoriti dalla maggiore circolazione di chi si sposta per turismo, oltre a alcuni focolai nei centri che raccolgono gli extracomunitari, e non dimenticando la problematica legata alle badanti che svolgono una funzione insostituibile ma che in questo momento tornando nei paesi di origine possono veicolare il virus. E poi l’età si è notevolmente abbassata, i giovani vengono colpiti anche se sono meno fragili e nonostante si sentano forti e pensino di esserne immuni".

Qual è la differenza tra un tampone l’esame sierologico?

"Il sierologico cerca gli anticorpi nel sangue e ci dice se uno ha avuto o ha la malattia, è una sorta di primo controllo. Con il tampone si può sapere se attualmente una persona ha il virus. Quanto al sierologico non vedrei sbagliato effettuarlo, alla ripresa della scuola, a tutto il personale scolastico. E aggiungo che quanto più si faranno tamponi, tanto più si troveranno positivi che sono in media l’uno-due per cento, probabilmente il virus ha colpito già il 10% degli italiani in molti casi a loro insaputa. I tamponi vanno bene, ma servono le misure di prevenzione che sono fondamentali. La battaglia è prima di tutto lì".

Le vogliamo ricordare?

"Mantenere il distanziamento, lavarsi spesso le mani, indossare la mascherina se non ci sono le distanze minime. E ovviamente in caso anche di leggere febbre chiamare il proprio medico".

E’ ottimista per ll futuro?

"Sono ottimista per il momento attuale e anche rispetto al fatto che tutto finisca. E credo che non avverrà solo attraverso i vaccini, che ovviamente servono. Il virus è un parassita delle cellule, ma come tutte le pandemie a un certo punto passerà, il virus ha le sue debolezze".

C’è allarmismo eccessivo, come sostiene qualcuno?

"Penso di sì: c’è un eccesso di allarmismo. Se in un giorno si rilevano 400 casi sono portato a pensare piuttosto che c’è la capacità del sistema sanitario di far emergere e isolare il fenomeno che comunque caratteristiche diverse rispetto ai mesi scorsi, basta pensare che ci sono pochi morti e pochissime persone in rianimazione, anche grazie alle cure che vengono somministrate. Va tenuta alta la guardia con una corretta informazione e con i relativi comportamenti, ma senza inutili allarmismi".

Favorevole alle discoteche aperte o chiuse?

"Diciamo che non sono mai state aperte attraverso un atto nazionale, sono le Regioni che si sono mosse autonomamente. Va detto che il regionalismo non ha aiutato, ma aggiungo che anche la pretesa di richiedere in un battibaleno tamponi di massa fatta dal governo nazionale alle Regioni non sta aiutando. Comunque, non è che i casi rilevati in discoteca siano necessariamente attribuibili a quelle strutture: i ragazzi potevano essere già con il virus addosso, su 400 ragazzi è altamente probabile che ci siano 7-8 asintomatici".

Consiglierebbe di andare in vacanza a chi ha prenotato?

"A me piace girare, ma come in primavera dissi che non era il tempo dei baci e degli abbracci, ora dico che non è il tempo dei viaggi. Se proprio si deve, meglio comunque rimanere in Italia che ha tanti posti bellissimi da visitare, in alcuni paesi esteri le misure sono troppo leggere: noi abbiamo pagato un conto economico salato, ma i risultati ci sono stati".

Fabrizio Vincenti