CLAUDIO CAPANNI
Cronaca

E' morto Lischi, il 'patriarca' del bar San Marco

Oggi il funerale alle 15.30 nella chiesa della frazione

Il bar San Marco e il suo storico titolare, Silvano Lischi

Lucca, 9 agosto 2016 - «Va tutto bene». Si è spento così sabato notte, Silvano Lischi, storico titolare del bar S.Marco. Con tre parole magiche, sussurrate all’ultimo respiro. In punta di piedi. Quasi a sigillare 85 anni di esistenza, tutti vissuti all’insegna di quella filosofia di vita: «va tutto bene». La stessa che lo aveva trasformato in un pilastro di quel quartiere, S.Marco, che gli era fiorito, mattone dopo mattone, di fronte agli occhi, durante i suoi 56 anni di lavoro dietro al bancone del bar. A due passi dal Campo di Marte, dove l’uomo, era arrivato nel 1960 «quando qui - racconta la figlia Giusy - ancora non c’era nulla e prese in rudere un affitto per 30mila lire al mese». E da quel nulla, Silvano, aveva tirato fuori tutto: un locale, costruito una famiglia con la moglie Lisetta e cresciuto due figlie ma soprattutto strappato l’amore incondizionato di un’intera frazione. Conquistato grazie al sorriso impeccabile. E a un cuore smisurato.

Quello che 15 anni fa lasciò a bocca aperta l’Inps, quando l’uomo rifiutò la pensione di invalidità, nonostante ne avesse diritto. «Vada a chi ha più bisogno di me» disse Silvano che di patologie invece ne aveva sulle spalle. Non ultimo un melanoma maligno a un dito della mano. La stessa con cui si è ostinato a lavorare e servire caffè ben oltre i 6 mesi di vita che gli erano stati pronosticati. Per altri 13 anni. «Ha lavorato per tutta la vita - si commuove la figlia - nonostante suo nonno fosse un diplomatico americano non ha mai scelto la strada facile: a 16 anni era partito con la valigia chiusa con lo spago per Roma dove aveva aperto un bar, poi con l’esperienza fatta tornò a Lucca insieme al fratello». Dove è rimasto fino alla fine. Senza mai un giorno di ferie, senza mai chiedere niente a nessuno. «Nemmeno le cure della sanità pubblica - aggiunge - per le sue malattie: si era sempre curato da privati. Lo ricordo per il suo sorriso: era un ‘papà sorriso’». Lo stesso che oggi alle 15.30 in molti verranno a salutare per l’ultima volta alla chiesa di S.Marco. A un passo da quel sogno che Silvano aveva realizzato. E che gli è bastato per andarsene con il sorriso e la serenità di chi non ha più niente da chiedere.