Le emozioni di una artista davanti al Papa

Felicity Lucchesi ospite dello spettacolo “Arena di pace“ a Verona, trasmesso in diretta su RaiUno, alla presenza del pontefice

Le emozioni di una artista davanti al Papa

Le emozioni di una artista davanti al Papa

Esibirsi davanti al Papa non è esperienza da tutti, ma Felicity Lucchesi lo ha fatto per due volte nel giro di due anni. L’ultima pochi giorni fa, in un’Arena di Verona “sold out“, per il concerto “Arena di pace“. Felicity è una cantante e pianista italo-australiana, nata a Lucca nel 1994 e si è diplomata in pianoforte classico al Conservatorio “Boccherini“. Ha vinto il primo premio al “Christmas Contest“ del 2022 con la sua canzone “Christmas Comet”, che le ha permesso di esibirsi al Concerto di Natale per la pace in Vaticano. Si è esibita nell’estate 2023 al Teatro del Silenzio di Lajatico, al fianco di Andrea Bocelli e, sempre nel 2023, ha partecipato a “XFactor“, raggiungendo i Bootcamp nella squadra di Morgan, attirando l’attenzione con l’interpretazione di “Heroes” di David Bowie, che ha poi pubblicato sulle piattaforme digitali.

Come è nata questa nuova esperienza davanti al Papa?

"Gli organizzatori dell’evento ricordavano la mia esibizione in Vaticano e mi hanno chiesto di partecipare. Sono stata molto onorata della chiamata, anche perché, oltre a Papa Francesco, sarebbero stati presenti tanti grandi artisti e illustri personaggi, compresi premi Nobel per la pace, il tutto trasmesso in diretta su Rai1".

Quali brani ha eseguito?

"Un mio brano musicale a commento del Salmo 85, “Giustizia e pace si intrecciano“, suonando il piano e intonando un vocalizzo, “intrecciandomi“ con la lettura del testo da parte dell’attore Matteo Martari. Poi ho eseguito un mio arrangiamento del brano “L’assurdo mestiere“ di Giorgio Faletti e il mio nuovo brano “Colmaredentro“, al quale ha partecipato il grande artista Hevia, che ha inciso con me il brano in studio e che è venuto appositamente dalla Spagna per accompagnarmi con la sua cornamusa".

Com’è l’emozione di esibirsi davanti al Papa?

"Inutile dire che è indescrivibile. Due anni fa lo avevo incontrato di persona insieme agli altri musicisti finalisti del concorso che poi ho vinto ed è una persona davvero straordinaria. Ci emozionò parlando della responsabilità che hanno gli artisti in quanto tali come veicolo sociale".

Questa partecipazione ad “Arena di pace“ lo conferma?

"Credo che con tutto quanto accade nel mondo ci sia la necessità di schierarsi con forza per la pace e il disarmo. A Verona si sono abbracciati con il Papa un israeliano e un palestinese ed è stata una emozione incredibile. Questa è la strada giusta".

Anche il tuo ultimo brano affronta temi sociali, vero?

"Sì. “Colmaredentro“ parla di emigrazione ed è ispirato alla storia di mia nonna, emigrata in Australia per cercare una vita migliore. Il brano esprime il punto di vista di chi attende e ho voluto la cornamusa di Hevia per dare un sapore esotico che possa trasportare lontano chi ascolta. La partenza lascia un vuoto, sempre. Per chi aspetta il ritorno, per chi è dovuto partire e andare lontano, per chi non c’è più ma in qualche modo è presente, per chi ha un vuoto dentro da colmare. Il mare collega tutto e tutti e colma le distanze. Tutto questo esiste ancora oggi, le cose non sono certo cambiate, anzi".

Paolo Ceragioli