L’albero-scultura se ne va Pierotti: “Era già svilito“

Il Comune dice sì alla rimozione sollecitata dalla Fondazione Cassa . L’artista non esclude azioni legali: “Ma quello che mi interessa è la dignità“

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“Oltre le radici“ se ne volerà via. Un titolo premonitore quello che lo scultore Stefano Pierotti aveva dato alla sua creatura, l’albero della “discordia“, che invece doveva essere monumento agli emigrati lucchesi, che sorge in piazzale Boccherini. Come avevamo annunciato alcune settimane fa, la Fondazione Cassa di Risparmio gli aveva intimato di cancellare le scritte, pena la rimozione dell’opera. Oggi un nuovo passo avanti proprio in quella direzione: interpellato, il Comune ha dato il suo assenso formale al “trasloco“ che chiuderebbe così una vicenda iniziata male e finita peggio.

“Tutto ciò accade senza che nessuno mi abbia minimamente interpellato, neanche un accenno di contatto dalla nuova amministrazione comunale che così dimostra di esercitare il suo potere dell’arte ormai anestetizzata delle istituzioni – dichiara Stefano Pierotti–. Ripeto che io con quella scritta non ho vandalizzato la mia opera, l’ho modificata affinchè urlasse il mio disagio di fronte a ciò che ho dovuto subire. Sgarbi, nella sua intervista a La Nazione, colse perfettamente il punto: l’opera è viva se fa parlare di sè, e così lo era. Per questo, aggiunse, avevo fatto bene a compiere quel gesto“.

Si ricorderà che l’artista aveva compiuto ben due blitz sulla sua opera: nel primo,era il maggio 2021, aveva staccato alcune foglie e aveva scritto la frase di Pasoliniana memoria “Oggi è domenica domani si muore“. Poi qualcuno, non meglio identificato, aveva rimosso una sillaba. E lui? E’ entrato di nuovo in azione ripristinandola, ma con vernice rossa, per sottolineare il gesto.

“Se ora la vogliono togliere facciano pure. A me, francamente, cambia poco – dice Pierotti– . Se mi informerò su eventuali azioni legali da intraprendere? Sì lo farò, ma il punto non è questo. E’ morale, riguarda la dignità di un artista che ha pensato e realizzato l’opera per una certa location, salvo poi vedersela spostare e anche ridurre di dimensioni perchè secondo la commissione paesaggistica altrimenti avrebbe oscurato la Porta delle Mura. Tutto ciò è assolutamente grottesco“. “Ormai – continua il noto scultore di Pietrasanta – “Oltre le radici“ non ha più lo spirito di un’opera d’arte, posta lì in quel modo, su una rotatoria, con le strisce pedonali che la lambiscono. Che sia lì o che non ci sia più la vita non mi cambia“. Semmai Pierotti si stupisce dell’immenso silenzio che ha avvolto la vicenda sin dal primo giorno. “Nessuno prende parola, eppure direi che è una questione che, seppur marginalmente per carità, riguarda la cultura di una città. Ma lo sappiamo tutti – e chiude immancabilmente con il suo graffio ironico – : il mondo è bello perchè ’avariato’“.

Laura Sartini