
La ricetta dell’esperto "Usciamo dalla logica del piccolo borgo"
La questione della crisi delle aree interne del nostro Paese, è uno di quei temi che, da anni, è al centro di un’iniziativa dai tempi del governo Monti, con l’allora ministro Fabrizio Barca. Da quella data si è iniziato a parlare di “Strategia nazionale per le aree interne”, ovverosia definendo quelle aree lontane dai servizi presenti sul territorio. Del fenomeno che siamo andati ad analizzare con il servizio sullo spopolamento, ne abbiamo parlato con un esperto, il professor Filippo Barbera, sociologo dell’economia e del territorio all’Università di Torino, nonché autore di pubblicazioni specifiche, tra queste “Contro i Borghi. Il Belpaese che dimentica i paesi” (Donzelli, 2022, pagg 200, 18 euro) insieme a Domenico Cerosimo e Antonio De Rossi.
Professore, il fenomeno è noto, che cosa fare?
"Dall’istituzione della strategia nazionale, molti governi si sono succeduti; adesso le competenze sono passate alle Regioni, bisognerà vedere quanto l’argomento sarà preso sul serio; la questione delle aree interne, con tutte le sue problematiche, è comunque entrata nel dibattito".
L’Italia è fatta molto di borghi e aree distanti dai centri, giusto?
"È vero, non siamo un Paese di grandi città, il grosso del territorio è costituito da grandi aree interne, siamo fatti, come si suol dire, di “rughe”; una sorta di terra di mezzo con la provincia, i piccoli centri, di conurbazione: siamo paesi metro-rurali e purtroppo, raramente, chi governa utilizza un occhio metromontano, devo dire a eccezione della città metropolitana di Bologna; ci troviamo, oggi, di fronte al fallimento della legge Delrio e quindi occorre saper governare tenendo conto della diversità del territorio".
La fotografia che proponiamo dalle colonne del nostro giornale, parla di piccoli paesi della Garfagnana e Media Valle spopolati: come cambiare rotta?
"Sicuramente bisogna uscire dalla logica del piccolo borgo e mettere in discussione gli ambienti e la loro attrattività, per esempio, per i turisti; dai nostri studi risulta che i giovani nella fascia 18-39 anni, vogliono rimanere nei territori, ma occorre garantire quella che viene definita l’economia di base necessaria, i nostri diritti come servizi per bambini e anziani e tutta la rete che serve a non disincentivare la permanenza".
Se dovesse indicare un libro per calare il lettore su questo argomento?
"”Metromontagna, un progetto per riabitare l’Italia”, che ho scritto per Donzelli con Antonio De Rossi (architetto e docente universitario, ndr) dove si trovano conversazioni con Fabrizio Barca, Marco Bussone, Paolo Cognetti e Luca Mercalli".
Maurizio Guccione