
Il caposervizio Remo Santini
Lucca, 14 giugno 2015 - Siamo sicuri che un nome, pur importante che sia, possa risolvere una situazione o essere determinante nel cogliere un successo? Chi ritiene di sì, chi no. Io invece non sarei così netto, perché penso che non esista una regola: a volte chi tira le fila è determinante, altre volte un po' meno. L'argomento di cui parlo riguarda le scelte delle donne e degli uomini a cui far guidare gli organismi istituzionali del territorio. Perché mentre stiamo per entrare in piena estate, all'orizzonte si profilano nomine fondamentali per cercare di far avere alla lucchesia quel peso specifico che invoca da decenni. Si dice giustamente che nella vita la cosa più importante è la salute: e infatti voglio partire proprio salla sanità. Concordo con i politici che chiedono si faccia in fretta per dotare la conferenza dei sindaci Asl di una presidenza, anche se francamente ci si poteva svegliare prima. Non c'è piu' tempo da attendere (anzi forse è abbondantemente scaduto) perchè ci ritroviamo in mare con gli squali (ovvero i tagli, le selvagge razionalizzazioni, le super aree vaste, i tagli ai posti letto all'ospedale San Luca e chi più ne ha più ne metta). E il coordinamento dei primi cittadini deve svolgere funzione di indirizzo e controllo sulla Regione, che di pasticci ne sta combinando parecchi.
A proposito di nomi, in questo caso la speranza è che la scelta del personaggio a cui affidare il ruolo di coordinamento, cada su un sindaco con gli attributi. Capace di guidare la conferenza Asl con grinta e (d'intesa con i colleghi) pronto anche a far vedere i sorci verdi a Firenze. Basta con i giochi delle tre carte, far finta di abbaiare e poi subìre tutto. I nomi, dicevamo. Non vanno nemmeno sottovalutate le caratteristiche necessarie di quel sindaco che, a breve, diventerà presidente della Provincia: perché l'ente decade, ma comunque ci sarà un organismo di coordinamento e la figura di riferimento rimarrà, scelta fra quanti guidano attualmente un Comune. Ebbene, anche in questo caso penso che il cognome possa fare la differenza. Dovrà essere una persona capace e determinata (non tutti i sindaci purtroppo lo sono allo stesso modo) e avere un piglio assai risoluto che possa andare al di là degli schemi. Un ruolo che rappresenta la cerniera di collegamento tra le istanze dei nostri vari territori e gli enti extra locali e nazionali. Tuittavia, a proposito di identikit, si può allargare decisamente il discorso: a un amministratore oggi si chiede principalmente di essere onesto, eppure questo non basta. Se nel bagaglio non ci sono anche competenza, strategie, decisionismo ed estrema vicinanza ai problemi della gente, la rettitudine (seppure fondamentale) da sola diventa monca e non risolve i problemi.
E c'è dell'altro. Devo dire con dispiacere che purtroppo, anche qui in lucchesia, pure l'essere nuovi rispetto al passato o avere una relativa giovane età e rappresentare quindi il tanto agognato ricambio generazionale (non solo in politica ma anche in alcune realtà associative) non sempre si sta rivelando un requisito grazie al quale si risolve tutto come per magia. Anzi. Ecco perché, ora come in futuro, l'identikit di chi sarà chiamato a "comandare" nei vari settori dovrà essere valutato con maggior attenzione. La carta d'identità dunque è basilare, a fare la differenza però è l'ultima riga in fondo. Ma come, non ve la ricordate? E' quella dei "segni particolari": chi ci guida dovrebbe averci scritto... dinamismo allo stato puro. E possibilmente un'altra frase vergata con inchiostro indelebile: sono iscritto ad un partito, a un gruppo o ad una corporazione. Ma penso con la mia testa. [email protected]