
LUCCA
E’ pronta a raccontarsi come – probabilmente – mai prima. Lo mette in premessa Irene Fornaciari mentre viene a trovarci in redazione, spinta anche dagli articoli sulla nuova casa che Massimo Boldi sta cercando in questi giorni in centro storico. Una storia, la loro, inziata circa tre anni fa e che di bastoni tra le ruote ne ha avuti tanti. Non lo dice apertamente Irene, struccata, la dolce barboncina grigia in collo, e il sacchetto della spesa dall’altra parte. Ma si può intuire: oltre trent’anni di differenza di età in una coppia non sono pochi e Boldi non è uno qualunque. I social, il gossip, ci va a nozze. Ma lei, piumino e jeans, i capelli raccolti, con estrema semplicità anche nei modi, vuol solo dire ciò che è, non quello che rischia di essere gonfiato e stravolto da chi gioca sul web.
“Vorrei chiarire questo – dice Irene –: io vivo da tre anni in un monolocale in affitto in via San Paolino. Lavoro in negozio, non mi fermo mai. Costruisco la mia vita con le mie mani. Il signor Boldi in questo periodo ha visionato delle case, ma mai per acquisto, solo per affitti transitori, di sei mesi o un anno. Dunque la storia dell’acquisto di una casa non è fondata a meno che, lo metto tra parentesi, non voglia farmi una sorpresa che ovviamente sarebbe super gradita, soprattutto per la stima, il rispetto e il bene che ci vogliamo. Ma il punto resta: sono del tutto estranea a un’operazione di acquisto di un’abitazione a mio favore. L’operazione immobiliare che sembrava giunta al termine a favore mio in realtà non mi vede coinvolta a nessun titolo“.
A questo punto Irene Fornaciari – curiosa omonomia la sua con la figlia di Zucchero – si apre con noi nella fiducia – dichiarata da lei stessa – che non è nel nostro Dna manipolare a pro di gossip. “Conosco Massimo da quasi tre anni – dice –. All’inizio abbiamo avuto uno scambio amichevole di consigli e poi dopo è successo che ci siamo conosciuti meglio“. “Ci sono tante forme di amore – puntualizza – , l’amore ha mille sfaccettature. E’ chiaro che quella tra me e Massimo è una storia particolare, non risponde ai requisiti classici di quello che ci può essere tra due persone che per età o per progetti hanno certe affinità. Il nostro è stato un legame diverso, di rispetto, di bene, di aiuto concreto. Quando lui aveva bisogno di parlare, o di un consiglio, io ci sono sempre stata. Quindi è stata una forma di amore così, un po’ più evoluta rispetto a un rapporto classico. E comunque decisamente diversa“.
Le chiediamo allora se si riconosce nella veste, che da tempo campeggia anche sulla stampa nazionale, di compagna di Boldi. “Direi di sì, anche perchè lui fa riferimento a me per ogni cosa. Però il tutto va inquadrato in questo ’rapporto diverso’ di cui le parlavo: se la relazione avesse seguito i binari canonici dopo due anni e mezzo vista l’età e visto tutto magari non saremmo a questo punto. Io magari non vivrei a Lucca e lui a Milano. Semplicemente abiteremmo insieme, non ci vedremmo solo ogni venti giorni come invece succede. In scia va la storia della casa a cui io, ribadisco, sono del tutto estranea“.
Laura Sartini