
di Maurizio Guccione
LUCCA
Chiusura in grande stile con l’appuntamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca “Anniversario in concerto” per il decennale della riepertura del complesso monumentale di San Francesco. Venerdì alle 21, nell’omonima chiesa, si terrà l’esibizione di Elio, il noto cantautore, comico e flautista conosciuto per le sue straordinarie performances, con lo spettacolo “Ci vuole orecchio. Elio canta e recita Enzo Jannacci”. La Fondazione Crl ha deciso di associare lo spettacolo alla vendita benefica dei biglietti, il cui ricavato sarà devoluto al dipartimento di neuroscienze pediatriche dell’Istituto neurologico “C.Besta” di Milano.
Elio e il rapporto con Jannacci: che cosa ha rappresentato per lei il grande Enzo?
"È una cosa che racconto sempre perché mio padre è stato compagno di scuola di Enzo Jannacci, quindi, pur non avendolo mai conosciuto, per me rappresentava l’amico celebre di mio padre. In casa avevamo i suoi dischi e ho iniziato ad ascoltarlo da giovanissimo".
Parliamo di lei. Canta, recita, scrive, partecipa a X Factor, ha fatto il Conservatorio ed è pure ingegnere. Le faccio una domanda alla Jannacci: perché?
"Mi sono accorto, mettendo in piedi lo spettacolo, che molti di questi aspetti mi accomunavano a Jannacci; diciamo che sono poliedrico come lui, interessato ai temi dell’umanità come la raccontava lui ma non ha mai pensato di copiarlo..."
È nato a Milano come Enzo Jannacci, con la differenza che lei è interista, Jannacci milanista… Ride...
"Il mio mondo del calcio, quello di quegli anni, non esiste più, e a me quel mondo piaceva tutto, al di là della tifoseria".
Quello di Jannacci è sempre stato un repertorio denso di umanità, non edulcorato: cosa ne pensa?
"Questo è uno dei motivi per cui mi piace, con un carattere personale unico e inimitabile; la scelta dei temi e il modo in cui tratta certi argomenti: un personaggio vero che racconta storie mai banali".
Nello spettacolo lei “canta e recita Jannacci”: come si recita Jannacci?
"Con il regista Gallione abbiamo cercato di mettere insieme canzoni in grado di rappresentare bene il suo percorso; per descrivere meglio il suo mondo, abbiamo associato degli scritti che leggerò durante lo spettacolo, accompagnato da questa fantastica band di musicisti. Tra l’altro devo sottolineare che lo spettacolo è andato benissimo non soltanto a Milano, la città di Jannacci, ma anche al sud; mi hanno detto, e sono contento, che questo spettacolo potrebbe andare avanti ancora per cinque anni".
“Quando il sipario calerà” è un testo eterno, un messaggio di lucida speranza e di incoraggiamento: che cosa raccoglie da questa canzone?
"È una tra le mie canzoni preferite, un testo meraviglioso, un saluto a questo mondo; in un passaggio, Jannacci dice “io ci ho provato con le buone…”, e così descrive il suo coraggio di andare sul palcoscenico per tentare di “provocare” il pubblico, nel senso di imbastire una reazione che poi, in un attore e in generale per chi calca il palcoscenico, significa innescare lo stimolo giusto con lo spettatore".