Cosa c’è nei nostri piatti, pesce oppure plastica? Il fenomeno dell’inquinamento arriva a tavola

L’Unione Europea ha emanato una direttiva volta a garantire acqua Potabile di rubinetto di alta qualità in tutti i Paesi dell’Unione. La direttiva intende anche incentivare un minor consumo di acqua in bottiglia, visto che proprio le bottiglie rappresentano l’oggetto in plastica più comune ritrovato sulle spiagge e nei mari europei (vedi grafico sul consumo in Europa di acqua in bottiglia). L’inquinamento da plastica è diventato uno dei problemi ambientali più urgenti da

affrontare: ogni anno circa 8 miliardi di tonnellate di rifiuti di plastica finiscono nei mari e negli oceani. Purtroppo sono note a tutti le devastanti immagini delle cosiddette “isole di plastica” presenti nei nostri oceani, ma recentemente ne è stata scoperta una anche nel Mar Mediterraneo: si forma ciclicamente fra l’isola d’Elba, la Corsica e il Mar Ligure (dove sappiamo si trova il cosiddetto “santuario dei cetacei”!) e si estende per chilometri.

In questa zona, infatti, la particolare disposizione dei fondali e le correnti consentono l’accumulo di una quantità spropositata di plastica, con grave rischio per l’intero ecosistema. La degradazione degli oggetti di plastica dispersi nei mari (bottiglie, buste e reti per la pesca), comporta l’origine delle microplastiche, ossia minuscoli pezzi di materiale plastico solitamente inferiori ai 5 millimetri. Le microplastiche presenti in mare possono essere inghiottite dagli animali marini. Attraverso la catena alimentare, la plastica ingerita dai pesci può così arrivare direttamente nel nostro cibo. Occorre ridurre l’uso di oggetti monouso e soprattutto potenziare il riciclaggio dei rifiuti in plastica.