Tambellini, la malattia e la paura di morire

Il sindaco per la prima volta racconta il ricovero in ospedale per il Coronavirus: "C’è stata realmente la possibilità di perdere la mia vita"

Il sindaco Alessandro Tambellini in convalescenza a casa

Il sindaco Alessandro Tambellini in convalescenza a casa

Lucca, 2 aprile 2020 - «C’è stata realmente la possibilità di perdere la mia vita". Lo conferma durante la prima conferenza stampa (in video conferenza) dopo essere uscito dall’ospedale San Luca. Con ancora addosso i postumi della polmonite, ma rinfrancato nell’umore, il sindaco di Lucca Alessandro Tambellini ha descritto la sua esperienza, faccia a faccia, con il Coronavirus. Come si ricorderà, ai primi di marzo venne riscontrata la sua positività al virus e nei giorni successivi si rese necessario il ricovero per l’insorgere di una polmonite, un passaggio spesso cruciale nell’aggravamento della malattia.

Poi il miglioramento, la dimissione e una convalescenza che ancora dura, pur interrotta da video conferenze e dalla necessitò di riprendere in mano la macchina comunale. Il suo è il racconto di chi se l’è vista brutta, di chi si è dovuto guardare dentro, temendo il peggio, perché come scriveva Italo Svevo, "solo noi malati sappiamo qualche cosa di noi stessi".  

«La malattia – spiega Tambellini – è un momento di grande passaggio interno, prendiamo consapevolezza che non siamo onnipotenti, ci scopriamo fragili e possiamo vedere come la fine possa arrivare all’improvviso". Tutte angosce che il sindaco ha vissuto in questi giorni. "All’ospedale ho pensato molto alla mia famiglia, ai miei tre figli che potevo non rivedere – aggiunge – è stato molto doloroso: c’è stata realmente la possibilità di perdere la mia vita". Parole scandite dall’emozione di poterle pronunciare, quasi a dire: stavolta è andata bene. Quasi a voler incarnare il ruolo di coloro che sopravvivono in mezzo a questa ecatombe e possono ricordarlo a se stessi e agli altri.

Un’esperienza che, secondo il sindaco, deve portare a riflettere sui nostri stili di vita, destinati a cambiare. «Mi ha molto colpito piazza San Pietro vuota – conclude – con il Papa che parla con il sottofondo dei gabbiani, quasi a testimoniare che la Natura è viva, e con quella pioggia che sembrava volesse portare via lo sporco. Dobbiamo prendere questa occasione per fare pulizia e per cercare creare una società unita e solidaristica, al di là di certe retoriche del momento: serve che l’economia sia al servizio delle persone e non il contrario". © RIPRODUZIONE RISERVATA