Marco Galloni, 72 anni, per più di un buon motivo si può definire il decano dei pastori. Eppure in più di 65 anni di attività non aveva mai subito predazioni. Centinaia e centinaia di chilometri percorsi insieme ai suoi greggi ogni santo giorno dell’anno tra i pascoli e le colline di San Ginese di Compito, nel capannorese, senza mai dover guardarsi le spalle o temere di essere braccato dai lupi. Non è più così da qualche anno. Oggi Galloni deve guardare il gregge a vista e, per difenderlo dagli attacchi di lupi e canidi, chiuderlo nella stalla anche di giorno. L’ennesima storia del sempre più complicato rapporto tra pastorizia e predatori arriva da Coldiretti Lucca. “Di questo passo saranno i pastori, insieme alle razze autoctone come la pecora Garfagnina che cerchiamo di salvaguardare, in via di estinzione. – spiega Andrea Elmi, presidente Coldiretti Lucca – Gli avvistamenti, anche in aree abitate, si sono moltiplicati così come le predazione. Più di una al giorno nella nostra regione”.
Il gregge di Galloni è tra i più grandi della provincia di Lucca: 500 capi tra esemplari di razza Garfagnina e Massese. L’azienda produce formaggi e ricotte per la vendita diretta e la filiera lattiero casearia e carne. Il figlio Claudio, 43 anni, ha seguito le sue orme. “Negli ultimi due anni abbiamo subito sette predazioni. Prima di allora nessun. Episodi di predazione alle porte dell’azienda non ne ricordo altri in tanti anni. Mio figlio, che è stato costretto a dormire davanti alla stalla per tre mesi quando sono iniziate le predazioni, si è trovato faccia a faccia con il lupo. Due nostri cani sono stati uccisi. – racconta Marco Galloni (nella foto) che ha iniziato questo mestiere già da bambino – Noi guardiamo il gregge a vista, dalla mattina alla sera. Ci stanno costringendo a cambiare profondamente il metodo di allevamento: meno pascoli e più tempo trascorso in stalla penalizzando così la produzione di latte“.
Bruno Bertoncini, allevatore di Sillico, nel comune di Pieve a Fosciana, ha dovuto rinunciare alle sue amate Garfagnine insieme alla produzione di latte e formaggi. “I predatori mi hanno costretto ad abbandonare l’allevamento di una razza autoctona come la Garfagnina che invece dovremo incentivare e preservare. Ora alleva qualche capo bovino e ho delle pecore di razza bergamasca ad uso ricreativo. – racconta Bertoncini - Noi alleviamo, loro banchettano con il nostro lavoro. E’ il momento di trovare una soluzione che sia sostenibile ed equilibrata per tutelare i lupi e i pastori. Lo scorso anno gli ospiti dell’agriturismo si sono ritrovati a bordo piscina una pecora dilaniata dai lupi”.
Laura Sartini