Andrea Lanfri, pluriamputato in cima all'Everest. "Lassù ho toccato il cielo"

“Dopo gli 8.849 dell’Everest pensavo di essere stanco invece ripartirei subito“. Stasera piccola festa in famiglia, e poi sguardo alle “Seven summit“

Il 13 maggio alle 5.40 Lanfri con Luca Montanari hanno raggiunto la vetta più ambita

Il 13 maggio alle 5.40 Lanfri con Luca Montanari hanno raggiunto la vetta più ambita

Lucca, 21 maggio 2022 - Dopo aver vinto la battaglia contro la meningite, ha scalato, grazie alle protesi, gli 8.849 metri del Monte Everest. E anziché lasciare, ha scelto di raddoppiare con l’obiettivo di conquistare le vette più alte dei sette continenti. Andrea Lanfri, 35 anni di Sant’Andrea di Compito il 13 maggio è diventato il primo sportivo pluriamputato a raggiungere il tetto del mondo. Una impresa arrivata a meno 30 gradi, alle 5.40 del mattino, il premio di un lungo lavoro. E il premio anche di un entusiasmo incontenibile che ci trasmette quando lo raggiungiamo mentre è all’aeroporto in attesa del rientro: sarà a Milano stamani alle 7. “Pensavo di essere molto stanco dopo questa splendida avventura – dice - ma alla fine sono invece super carico, ripartirei subito. Domani sera (stasera per chi legge, ndr ), a casa, brinderemo con una piccola festa in famiglia. Ma per domenica avrei già tanta voglia di Alpi Apuane, ho già in programma una bella uscita con un amico“.

Non si ferma, ora meno che mai. Il mondo è suo, le vette pure, il sogno è sempre più in alto eppure sempre più raggiungibile. “Il progetto continua – ci dice –. Ad agosto continuerò la salita al Kilimangiaro. E’ vero, punto ad essere il primo atleta a conquistare tutte le Seven summit“. Nella lucida forza di volontà e nella preparazione tecnica di Lanfri c’è il concentrato perfetto della formula vincente, di chi non si sopravvaluta rispetto alla natura ma sa approcciarla con senso di rispetto e profonda passione.

“Mi alleno da almeno tre anni - racconta Lanfri-. Ho sempre avuto la passione per l’alpinismo solo che prima io facevo arrampicatine, passami il termine. Dopo è scattata la scintilla, nel 2015 avevo vinto un batterio pericoloso, non poteva farmi paura qualche monte". Così Andrea ha raggiunto diversi step intermedi come il Monte Bianco, il Monte Rosa, il Gran Sasso. Poi ho scalato 7mila metri in Nepal nel 2019 - aggiunge -. Da lì è nato il progetto Everest. È stata una grande emozione, quel monte è unico. Ho visto l’alba più bella della mia vita: per anni ho pensato a quel momento, a capire come avrei reagito, poi sono rimasto senza parole. Io e il mio amico Luca Montanari siamo stati sulla vetta dell’Everest per 15 minuti, dopo abbiamo iniziato a scendere anche perché se la salita è faticosa, la discesa lo è ancora di più. Aggiungo: è pericolosa perché ti senti appagato, rischi di perdere concentrazione“. Spettacolare, insieme alle foto in vetta, il suo commento social: “Questa volta ho veramente toccato il cielo con tre dita! Più su di qui... non è possibile, 8849m indimenticabili“.