Spezia senza paura è emersa la qualità del lavoro di Gotti

Un grande Spezia cede solo all’89’ al Maradona. Una sconfitta che brucia tantissimo perché arrivata quasi in extremis, ma la prestazione rimane e deve dare morale per il prossimo turno, quando si dovrà far di tutto per fare tre punti vitali contro la Sampdoria. Ancora una volta emerge la qualità del lavoro di Gotti. Non era facile, in una settimana molto turbolenta dal punto di vista societario, concentrarsi sul campo e sfoderare una partita del genere, contro un avversario di diversi livelli più forte. Lo Spezia entra senza paura, imbriglia molto bene un Napoli sornione, al quale l’ampio turnover toglie più che aggiungere per molti minuti. In fase di possesso piace l’atteggiamento sempre propositivo, teso a non buttare mai via il pallone ma provare a giocarlo sempre, uscendo dalla difesa in modo talvolta anche rischioso ma efficace. Gyasi conferma di essere molto più efficace da esterno che da punta pura e obbliga Meret a un non facile intervento, a suggellare un primo tempo dove i rischi corsi sono stati pochissimi. Nella ripresa si temeva la forza della lunghissima panchina partenopea e in effetti i cambi (di titolarissimi risparmiati inizialmente) hanno spostato lentamente ma inesorabilmente il baricentro sempre più verso la porta di un ottimo Dragowski. Per poco a uno straordinario Kiwior, in crescita esponenziale, non riusciva la mandrakata del secolo, su un disimpegno approssimativo della difesa napoletana, ma col passare dei minuti il gol era nell’aria e purtroppo è arrivato quando lo Spezia stava seriamente facendo la bocca all’idea di un terzo miracolo napoletano. Ma giocando così, nel campionato degli umani, lo Spezia può dire la sua.

Mirco Giorgi