Spezia, rimpianto per i punti persi Il Verona davanti solo una volta

Alla sosta è 13-5, toccherà il massimo vantaggio (+9) con l’exploit in casa del Toro alla 18ª giornata: 18-9

di Mirco Giorgi

Ripercorrere il cammino di Spezia e Verona aiuta a ritrovare un filo e anche a smentire leggende metropolitane. Quanti rimpianti, per non aver accumulato punti nella fase iniziale, con il Verona inchiodato da dieci sconfitte consecutive, l’ultima delle quali proprio nello scontro diretto del Bentegodi, prima dei Mondiali. Che poi, a rivedere quella partita ci sono tutti i difetti di una stagione. Lo Spezia subisce gol alla prima occasione, la ribalta con Nzola, ma rischia altre due chiarissime palle gol, con Zoet, subentrato a Dragowski killerato dal buon Lasagna, decisivo nello sventare un pari beffa, ma non sul piano delle occasioni. Questo leitmotiv ricorre spesso, pensiamo a Cremona e a Genova, trasferte potenzialmente da sei punti che invece ne hanno fruttato uno solo, con Zoet, guarda caso, ancora una volta protagonista su Zanoli a evitare una clamorosa sconfitta al Ferraris. Il brutto della vicenda è che prima di Cremonese-Spezia e Lecce-Verona, con i gialloblù a giocare dopo gli spezzini, come quasi sempre, i veneti non erano mai stati davanti ai bianchi.

Fin dalla prima giornata è lo Spezia che va subito sul 3-0 grazie alla vittoria sull’Empoli, prima di essere raggiunto alla quinta a quota 5 dopo il 2-2 con il Bologna in pieno sbandamento per il povero Mihajlovic, una delle tante occasioni buttate al vento nella gestione Gotti, a dire che prima non si stava poi così tanto meglio. Dopo aver battuto la Samp, il Verona resta a 5 punti fino alla sosta: dieci k.o. di fila. Ma lo Spezia non è stato una lepre: se togliamo lo scontro diretto, nelle rimanenti nove prima dei Mondiali gli Aquilotti avevano fatto solo 5 punti, con la vittoria sulla Samp alla settima, anche lì con troppi patemi, il deludentissimo 2-2 casalingo con la Cremonese alla decima e, sempre al Picco, lo sfortunato 1-1 con l’Udinese pochi giorni prima di Verona. Alla sosta è 13-5 per lo Spezia, che toccherà il massimo vantaggio (+9) con l’exploit in casa del Toro alla diciottesima giornata: 18-9. Poi arriva la maledettissima trasferta di Bergamo in Coppa, che costa Nzola e Holm in un colpo solo, e tutto cambia.

Già all’ultima di andata il distacco si riduce a +6, per la vittoria del Verona sul Lecce e il k.o. dello Spezia con la Roma. Alla ventiduesima e ultima della gestione Gotti, il margine è già di soli due punti, con gli scaligeri che vincono tutti gli scontri diretti. Semplici prima allunga il gap: +5 dopo il miracolo con l’Inter alla ventiseiesima, ma lo Spezia manca l’allungo decisivo nelle due partite seguenti: solo un punto tra Sassuolo e Salernitana e a dieci dalla fine si porta a +6. Il ventinovesimo turno segna la svolta, con San Consigli da Sassuolo e lo Spezia che non vince a Firenze per un errore clamoroso. Manca il cambio di passo e a sei dalla fine il Verona aggancia lo Spezia con lo scandaloso pari di Cremona, prima del sorpasso a Lecce. Il secondo miracolo col Milan frutta il 30 pari, infine le ultime due giornate a marcia piano.

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