Una strage silenziosa e infinita: "Qualcuno deve risponderne". Grida e slogan al corteo sindacale

Riflettori puntati anche sulla tragedia dell’Appennino bolognese: "Ma è solo la punta di un iceberg". Nel mirino anche la politica: "Esprime sdegno ma non riesce ad affrontare la radice del problema".

Una strage silenziosa e infinita: "Qualcuno deve risponderne". Grida e slogan al corteo sindacale

Una strage silenziosa e infinita: "Qualcuno deve risponderne". Grida e slogan al corteo sindacale

"Sono degli omicidi e qualcuno deve risponderne!". Urlano, gridano e mostrano cartelli, le quasi mille persone che ieri mattina hanno sfilato dalla Prefettura a piazza Chiodo per ribadire che, nel 2024, proprio non si può continuare a morire nei luoghi di lavoro. Una strage silenziosa ma crudelmente implacabile – 119 vittime nei soli due primi mesi dell’anno – che spesso finisce in un cono d’ombra, oscurata dai grandi eventi internazionali. Morti invisibili, sparpagliati uno in una fabbrica di automobili e uno in campo di pomodori, troppo soli e dimenticati per indignare.

"Quello che è successo a Suviana – sottolineano Paolo Musetti della Cgil e Massimo Ismari della Uil – è solo la punta di un iceberg. Incidenti di questo tipo accendono per qualche breve momento i riflettori su una tragedia che è purtroppo quotidiana. Quello di cui abbiamo bisogno è un cambio radicale di paradigma. Non si può mettere il profitto al di sopra della sicurezza di chi lavora e non si può appaltare e subappaltare senza rispondere a nessuno". L’esplosione della turbina nel bacino artificiale sull’Appennino bolognese è la ragione per la quale gli elettrici guidano il corteo, affiancati dai rider, altra categoria particolarmente bersagliata da incidenti e infortuni. Ma tra le rivendicazioni della manifestazione anche la richiesta di una riforma fiscale e di un nuovo modello sociale di impresa. La rabbia è rivolta ad una classe dirigente "avida" e a una politica che "esprime sdegno ma non va alla radice del problema". Giovanni, un manifestante dai capelli bianchi, alle scorse elezioni ha votato la Meloni ma se ne è già pentito. Partendo da sinistra negli ultimi anni ha provato l’intero arco costituzionale, da Renzi a Grillo, da Salvini a Fratelli d’Italia. "Voglio continuare a credere nelle democrazia ma ogni volta rimango deluso. A parole tutte le forze politiche mettono in cima alle priorità dei governi il lavoro, ma alle chiacchiere non seguono mai i fatti". Dai vertici sindacali si preferisce non commentare l’assenza delle bandiere della Cisl, "quando si rompe l’unità sindacale è sempre una sconfitta" viene mormorato a denti stretti, ma si ha comunque fiducia che la si possa ritrovare presto. Presenti tutti i leader della sinistra locale, dal Partito comunista al Pd. Oltre al segretario provinciale Jacopo Montefiori, battagliero in un eskimo verde da leader studentesco, anche quello regionale, Davide Natale. I rumors dell’ultima ora vorrebbero sempre di più Andrea Orlando determinato a correre per la poltrona di governatore e proprio Natale come possibile candidato sindaco per Spezia nel 2027. Prima ancora dei nomi e delle manovre di vertice, per tornare a essere competitiva la sinistra dovrà necessariamente riannodare un legame con il mondo del lavoro.

Vimal Carlo Gabbiani