Un altro cadavere trovato tra i rovi e i rifiuti La seconda vittima è una parrucchiera trans

Era lungo via Bradiola: Carlo ’Camilla’ Bertolotti probabilmente uccisa a colpi di pistola. Molti punti di contatto col primo omicidio

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di Carlo Galazzo

Uccisa con un colpo di pistola, poi trasportata a circa 700 metri di distanza per cercare di occultarne il cadavere tra fossi e canneti, usando anche foglie e rifiuti. E’ stata la fine orribile di una parrucchiera spezzina di 43 anni, Carlo Bertolotti, transessuale che dagli amici si faceva chiamare Camilla. Da circa un anno abitava ad Albiano Magra: si era trasferita nella vicina provincia di Massa dopo che la sua abitazione di Ceparana era andata a fuoco. Da un mese lavorava in un in salone di Valdellora alla Spezia.

Si tratta del secondo omicidio commesso nel giro di ventiquattr’ore a Sarzana, dopo quello di Nevila Pjetri, dato che il corpo di Camilla era nella zona dei Bozi da almeno un giorno: si ipotizza che sia stata uccisa nella notte tra domenica e lunedì. Ma al momento i due casi vengono tenuti formalmente separati dalla Procura. Meglio proseguire gli accertamenti. Dunque Davide Bedini, il falegname di 32 anni fermato ieri dai carabinieri, è al momento indagato (come riferiamo in un altro articolo) per il solo omicidio di Nevila.

Le modalità con cui è stata uccisa Camilla appaiono comunque simili e i due delitti potrebbero essere stati effettuati a distanza di poche ore. Anche nel caso di Bertolotti, il cui corpo è stato trasferito nel pomeriggio di ieri all’obitorio del Sant’Andrea, sarà l’autopsia, che verrà effettuata oggi dall’anatomopatologa Susanna Gamba, a dare risposte importanti ai fini dell’indagine.

Il cadavere della trans è stato scoperto dai poliziotti del commissariato di Sarzana, diretto dalla vice questore Annamaria Ciccariello, ieri mattina attorno alle 7.30 nell’area umida di via Bradiola, non lontano dai Bozi, traversa di viale XXV Aprile quasi alle porte della città, zona dove stazionano ormai da anni i trans. Un posto appartato, via Bradiola, frequentata nel cuore della notte per consumare rapporti clandestini. L’allarme per la scomparsa di Camilla era scattato però molte ore prima, nel pomeriggio di lunedì, quando gli amici si erano rivolti ai carabinieri di Aulla denunciandone la scomparsa da un giorno. Le ricerche erano rimbalzate ai colleghi della compagnia di Sarzana che si erano subito attivati e che attorno alle 3 di ieri mattina hanno individuato una vecchia Ford Fiesta, senza la targa posteriore, in via Bradiola. Gli interni a soqquadro, teatro di una possibile lotta, nelle vicinanze due bossoli calibro 22 di una Berretta 6,35 di dimensioni ridotte. Lo stesso tipo di arma con la quale sarebbe stata uccisa Nevila Pjetri con due colpi alla testa. Dal numero di telaio, si accerta che l’auto è quella della trans.

Le ricerche proseguono tutta la notte e a scoprire il corpo di Carlo Bertolotti sono i poliziotti del commissariato di Sarzana. Dopo ore di ricerche, a circa 700 metri dall’auto, intorno alle 7.30 gli agenti individuano un chimono, una cintola e pantaloni: indumenti che erano stati indossati dalla vittima. Poi il corpo seminudo coperto da foglie e rifiuti che, secondo una prima analisi, si sarebbe trovato in quella zona da molte ore. Per l’intera mattinata, fin oltre mezzogiorno, sul posto dei ritrovamenti di auto e cadavere gli accertamenti proseguono, con l’intervento anche dei vigili del fuoco del distaccamento di Sarzana, personale del gabinetto regionale della polizia scientifica e della squadra mobile della Spezia che unitamente ai colleghi del commissariato di Sarzana hanno effettuato tutti gli accertamenti necessari alla ricerca di ulteriori indizi.

Come detto, però, i due omicidi restano al momento formalmente separati. Anche se nel mondo della prostituzione si fa largo lo spettro del killer seriale. Difficile non fare un collegamento fra la morte della Bertolotti e quella di Nevila Pjetri, 35 anni albanese, picchiata e uccisa nella notte fra sabato e domenica, poi trasportata lungo il Parmignola dove è stato trovato il corpo. Al momento, però, come già detto, l’unica persona fermata dai carabinieri sulla base – hanno dichiarato gli inquirenti – di ’gravi indizi’, è indagata solo per l’omicidio della giovane prostituta italo-albanese.