"Tracce di sangue in tutte le stanze della villa" Alessandra ha cercato di sfuggire al marito

Raggiunta da una decina di fendenti con un coltello da cucina, L’assassino ha minacciato anche i carabinieri: ora è piantonato al Noa

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di Carlo Galazzo

E’ stata una morte atroce quella della povera Alessandra Piga, la ragazza di 25 anni che al secondo piano di quella villetta di via Baccanella a Castelnuovo, non è riuscita a contrastare la furia bestiale del marito, il 30enne Yassine Erroum, che l’ha colpita con almeno dieci coltellate, come ha rilevato il primo esame sul cadavere effettuato dall’anatomopatologa Susanna Gamba. E probabile che il Pm Alessandra Conforti che coordina le indagini possa disporre l’autopsia martedì. Ed è possibile che l’esame riveli altri fendenti procurati da quel coltello usato per preparare i cibi con una lama larga 3 centimetri.

Alessandra è caduta in un lago di sangue nel corridoio dell’entrata della casa ma c’erano schizzi ovunque, nel soggiorno, in cucina, nelle altre stanze, anche nel bagno dove si era rifugiata l’amica per proteggere il bambino. Le ipotesi sono due, la prima che siano state portate dall’assassino dopo l’ omicidio, l’altra che sembra più credibile sarebbe agghiacciante: la ragazza sarebbe stata rincorsa per tutta la casa dal marito mentre cercava una via di fuga dopo le prime coltellate, fino a finirla con il fendente alla gola. Che abbia tentato in ogni modo di difendersi lo proverebbero anche quelle ferite riscontrate nelle mani e negli arti della ragazza. Fra l’altro in tutte le stanze c’erano vestiti gettati, un gran disordine, molti segni di degrado. Forse il figlio della coppia, di appena 2 anni, non ha visto nulla. Era chiuso nel bagno dove l’aveva portato l’amica che aveva accompagnato Alessandra al colloquio col marito. La ragazza appena si è resa conto che la situazione stava degenerando ha pensato a proteggere il piccolo. Intanto per fare piena luce sulla vicenda le indagini dei carabinieri stanno procedendo a ritmo serrato coordinate dal comandante del reparto operativo della compagnia della Spezia il colonnello Andrea Fabi e dal comandante della compagnia di Sarzana, il capitano Luca Panfilo. Secondo quanto è emerso la coppia si era sposata nel febbraio del 2019, Yassime Erroum era già noto alle forze dell’ordine per problemi legati agli stupefacenti, era stato arrestato nel 2018, aveva vissuto a Carrara, quindi dopo il matrimonio aveva abitato in Lunigiana, poi quattro mesi fa si era trasferito a Castelnuovo Magra.

Per fare il punto sulle indagini abbiamo ascoltato il capitano Luca Panfilo. Ha premesso che essendoci accertamenti ancora in corso c’è un assoluto riserbo sui dettagli. Sui motivi che hanno causato il violento litigio poi sfociato in tragedia ha risposto: "Si è trattato di dissidi in merito alla gestione del figlio. E’ presumibile comunque che i protagonisti di questa tragica vicenda frequentassero ambienti legati al mondo degli stupefacenti. Stiamo effettuando tutta una serie di accertamenti, sui loro movimenti in questi anni. La sola certezza che possiamo rendere nota è che Erroum nel 2018 si trovava in Italia e il matrimonio è avvenuto l’anno successivo". Come si sono svolte le fasi dell’arresto?

"Lui era asserragliato all’interno di una camera, aveva messo tutto a soqquadro, aveva spaccato tutti i vetri delle finestre. Quando siamo entrati in mano alternava i vetri e il coltello col quale aveva ucciso la moglie. Abbiamo fatto un’irruzione, usando anche uno spray anti aggressione. Poi i vigili del fuoco hanno gettato un idrante l’abbiamo preso ed è stato aperto a tutta pressione. Davanti ai nostri occhi si è presentata una scena terribile con sangue ovunque. Nel corso dell’operazione sono rimasti feriti leggermente tre carabinieri. Erroum si trova ancora ricoverato all’ospedale Noa di Massa, sotto stretto controllo e quando i medici lo consentiranno sarà trasferito in carcere. Nel frattempo le indagini proseguono e vogliamo fare piena luce su questa tragica vicenda".

Intanto i carabinieri, che stanno esaminando ogni angolo della casa, hanno trovato molte gabbiette sul balcone, nell’appartamento e in giardino con tanti colorati cardellini. Era un allevatore e proprio per questo insolito e delicato hobby aveva cercato una casa più spaziosa di quelal di Bedizzano, a Carrara, dove viveva prima. Per affittare quella casa aveva portato una busta paga di regolare impiego come giardiniere alle dipendenze di un privato nella zona apuana. Si era così tarsferito con la moglie, sposata nel 2019, anno di nascita del loro figlioletto. Da qualche tempo Alessandra era tornata a vivere a Carrara probabilmente ospite di un’amica. Sulla donna stanno indagando i carabinieri cercando di capire i rapporti con il marito: probabilmente si dedicava esclusivamente alla cura del bambino che non frequenta nessun nido. Gli uffici dei servizi sociali del Comune di Castelnuovo Magra non hanno mai ricevuto richieste di aiuto né è mai emersa alcuna segnalazione di violenze e episodi gravi da attivare il protocollo di tutela della donna e del minore. Anche i vicini di casa li hanno visti giocare sul balcone, in compagnia di due bambini.