Stop al Parco di Portofino Scoppia la bagarre politica

Il Consiglio di Stato accoglie il ricorso del Ministero sui confini provvisori "La Regione dovrebbe ascoltare i territori anzichè causare continui ritardi"

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Ennesimo colpo di scena sul Parco di Portofino. Il Consiglio di Stato ha infatti accolto alcuni ricorsi presentati dal ministero dell’Ambiente e dall’Ispra contro diversi Comuni del Parco di Portofino, rinviando nuovamente al Tar della Liguria le questioni legali sui confini provvisori per la creazione del Parco nazionale di Portofino, oggi ancora Parco regionale. I magistrati romani hanno cassato la sentenza con cui il tribunale amministrativo regionale lo scorso marzo aveva annullato la delimitazione provvisoria del Parco Nazionale di Portofino prevista dal decreto ministeriale del 6 agosto 2021, nonché il provvedimento di costituzione del comitato di gestione del Parco nazionale. Tutto è dunque rinviato nuovamente al Tar della Liguria, tribunale nel quale andrà in scena un nuovo contraddittorio tra le parti. "Il giudizio di primo grado avrebbe dovuto svolgersi a contraddittorio integro, per garantire il giusto processo e l’effettività della tutela giurisdizionale nei confronti di tutti i soggetti coinvolti", così si sono espressi i giudici del secondo grado di giudizio, che hanno rimesso la causa al Tar ligure focalizzandosi anche sulla posizione delle persone nominate membri del comitato provvisorio di gestione del parco. Che non hanno partecipato al processo di primo grado e che, per effetto della sentenza di annullamento, si vedono privati della relativa carica e potrebbero proporre opposizione".

Il pronunciamento dei giudici ha scatenato una bagarre politica. Per il capogruppo del Pd in consiglio regionale Luca Garibaldi "i ritardi e l’inazione della Regione, che è stata inadempiente per anni nell’avvio del nuovo Parco, stanno portando purtroppo ad uno stallo, che però non si può risolvere esclusivamente nelle aule del tribunale e con battaglia di carte bollate. Invece di sostenere chi non vuole fare il Parco, la Regione inizi ad ascoltare chi invece all’interno di quei confini vuole rientrare", mentre per il grillino Paolo Ugolini "per colpa della Regione si continua a tenere fermo al palo un Parco che ha enormi potenzialità da un punto di vista ambientale e di sviluppo sostenibile del territorio".

Per Selena Candia (Lista Sansa), "la Regione anziché rivolgersi alla magistratura dovrebbe ascoltare il territorio". Immediata la replica della Regione, secondo cui "la pronuncia del Consiglio di Stato si limita a invitare tutte le parti processuali ad integrare il contraddittorio nei confronti dei componenti del Comitato provvisorio preposto alla gestione provvisoria del Parco Nazionale. La sentenza non entra quindi nel merito della sentenza del Tar Liguria sui confini del Parco nazionale, riportando la decisione sulla materia di nuovo nelle mani del giudice amministrativo ligure e cioè nel giudice del territorio e dei suoi attori". Circa le critiche del Pd e del Movimento Cinque Stelle, Regione Liguria "in entrambi i casi le rimanda al mittente: non è stata Regione ad ignorare il territorio, che, anzi, ha sempre tenuto nella massima considerazione. Al contrario, è stato il ministero a varare un decreto calando dall’alto provvedimenti unilaterali: i comuni nell’agosto del 2021 si sono trovati davanti un Parco Nazionale imposto con un decreto ministeriale".