Si rompe un tubo, mezza città senz’acqua

Oltre al disagio per molte famiglie che è durato due ore, la fuoriuscita ha provocato allagamenti nelle abitazioni di via privata Cieli

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Chi ieri pomeriggio attorno alle ore 18,30 è transitato dal raccordo di via Carducci, poco prima dell’incrocio con via della Pianta, ha assistito in diretta alla scena. Quell’enorme getto d’acqua, più o meno all’altezza del cartello con la scritta La Spezia, sembrava un gyser islandese. Invece si trattava di un grosso tubo dell’acqua che si è rotto e ha provocato uno zampillo altissimo, ben visibile dalla strada, oltre ad allagare tutta la zona circostante.

A rompersi all’improvviso è stata una condotta da 380, una delle più principali. La conseguenza è stata che mezza città è rimasta senz’acqua, non solo nelle vicinanze di via Carducci dove c’è stata la rottura, ma anche in centro. I rubinetti sono rimasti a secco in tutta via Cavour, fino al quartiere Umbertino, e nelle vie limitrofe. Quando è scattato l’allarme, i tecnici e gli operai dell’Acam sono subito intervenuti e sono stati costretti a chiudere alcune condutture per poter lavorare sul tubo rotto.

Si è reso però necessario anche l’intervento dei vigili del fuoco, perché l’acqua fuoriuscita in grande quantità non solo ha allagato i terreni circostanti, ma si è diretta anche verso le abitazioni di via privata Cieli. E gli abitanti sono stati costretti ad indossare gli stivali. Ci hanno pensato i vigili del fuoco ad evitare che la situazione degenerasse, aspirando l’acqua con le pompe.

Numerose le telefonate all’Acam da parte di tante famiglie che chiedevano spiegazioni. Poi hanno iniziato a girare sui telefonini i video con lo zampillo e la situazione è stata più chiara. L’intervento per risolvere il problema è durato un paio d’ore e l’acqua è tornata nelle case del centro cittadino poco prima delle 20,30.

E’ il secondo grosso tubo dell’acqua che si rompe nel giro di breve tempo, nella prima mattina di mercoledì era accaduto in via del Camposanto, provocando una voragine nella strada che era stata chiusa al transito.

Massimo Benedetti