Scuola, la città divisa. "L’ultimo giorno con i compagni? Un’assurdità"

Studenti e genitori parlano dell'ipotesi di vedersi nell'istituto prima delle vacanze. I ragazzi dicono sì. Più rigidi mamme e papà

Un'aula scolastica

Un'aula scolastica

La Spezia, 31 maggio 2020 - Tornare sui banchi per l’ultimo giorno di scuola? Sarebbe il sogno di tanti studenti che, a causa del Coronavirus, in questi ultimi mesi sono stati allontanati dalle aule. L’idea, non condivisa da tutti, è balenata nella mente della viceministra Anna Ascani e di alcuni genitori, ma in seguito è stata bocciata dal Comitato tecnico scientifico.

A esprimersi sull’iniziativa, poi appoggiata anche da diversi sindaci, è l’alunno di quinta superiore Davide Perrone. «Sarebbe molto bello – dice – potersi rivedere un’ultima volta. La scuola ci manca. Proprio di recente stavo pensando a quanto fosse triste finire il percorso in questo modo.

Questo 2020, più che l’anno delle emozioni vissute, è stato l’anno delle emozioni non vissute». A esprimere il desiderio condiviso di tornare a vivere un po’ della vita pre-emergenza è anche la coetanea Francesca Bonfigli: «Potrebbe essere un’opportunità per assaporare un po’ di normalità, ma dovremmo rimanere distanziati senza abbracciarci, ridere e piangere insieme. E soprattutto metterei a rischio la mia salute e quella degli altri». Rincontrare professori e amici strapperebbe un sorriso anche a Ludovica Sani, del liceo Costa.

«Mi farebbe senza dubbio piacere rivedere tutti – esprime il suo pensiero –, ma al tempo stesso non credo sia una grande idea e, probabilmente, non andrei a scuola. Fare gli esami in presenza per me è già un rischio». A non essere d’accordo sull’ultimo giorno di scuola in classe, così come a sostenere l’esame di maturità secondo le attuali condizioni, è Sebastiano Donati.

«Non credo – racconta – che a noi serva l’esame di maturità per essere ricordati come gli studenti del 2020. Sarebbe stato sufficiente basarsi sui voti degli ultimi 3 anni per assegnare una valutazione agli alunni. Migliaia di ragazzi non sono stati nelle condizioni economiche adeguate per sostenere la didattica a distanza, dunque non credo sia giusto penalizzarli. Dovrebbero sostenere lo stesso l’esame di maturità? È inammissibile…». A ritenere l’idea della viceministra poco fattibile, dopo mesi di impegno a distanza da parte di insegnanti e alunni, sono anche i genitori Fiorenzo Baruzzo e Maurizio Rosso.

«È un’idea che non sta in piedi – dice il primo –. La scuola non è preparata e i ragazzi verrebbero esposti a un rischio inutile. Non ne trovo il senso e non manderei mio figlio a scuola. Ormai è stato deciso che ritorneranno a scuola a settembre». La pensa così anche l’altro papà, Rosso.

«Mi sembra una proposta un po’ strana e illogica, soprattutto dopo che ai ragazzi è stato vietato di andare a scuola fino ad oggi. Ma poi l’ultimo giorno cosa dovrebbero fare? Una festa? L’accesso ai bus poi è limitato. In questo modo si creerebbe il caos».