Salva un delfino spiaggiato al Lido. Lo rianima e lo restituisce al mare

Il gesto d’amore del marinaio Danilo Bruni, figlio di un pescatore

Danilo Bruni

Danilo Bruni

Lerici (La Spezia), 21 dicembre 2017 - Cuore di marinaio. Tanto grande e schivo da non voler dare enfasi ad una storia che, invece, è di quelle capaci di far commuovere e quindi da raccontare, tanto più nell’incalzare del Natale. La storia è quella di un delfino che rischiava di morire e che, grazie al tempismo e alla generosità di un uomo di mare, è tornato al suo elemento naturale.

Lui è Danilo Bruni, 50 anni: un velista-artigenio della nautica; mani d’oro, due traversate oceaniche alle spalle, migliaia di miglia da un capo all’altro del Mediterraneo, Danilo è figlio di un pescatore di origini sambenedettesi - il mitico Pietro, 84 anni - che gli ha instillato la passione per il mare e l’indole positiva ad affrontare con slancio ogni piccolo e grande problema che si può presentare sulle onde. Come quello di ieri: un delfino di due metri di lunghezza spiaggiato sul litorale del Lido di Lerici. Danilo era sul bus per recarsi al lavoro, nei Cantieri navale della Spezia, dove sta manutenendo una barca a vela. Ha visto la scena straziante della creatura marina che si dibatteva sulla battigia: un’agonia sulla subbia. E’ sceso alla prima fermata utile per poi precipitarsi a soccorrere l’animale. Il cancello del Lido era chiuso. Lo ha scavalcato strisciando su di esso come se fosse un polpo e si è fiondato sulla riva. Il delfino era stremato. «Non era ferito, ma respirava a fatica...», racconta Danilo. Gli sguardi si sono incrociati. Implorazione da una parte, incoraggiamento dall’altra. I due esseri salmastri si sono capiti.

Faceva freddo. La temperatura dell’acqua non era certo invitante. Danilo si è tolto i pantaloni. E’ rimasto con braghette e maglia di lana. Quanto bastava per entrare in mare e muoversi agilmente nei bassi fondali antistanti la spiaggia dello stabilimento lericino del bagnino-scrittore Marco Buticchi. Lì si è prodigato nella rianimazione. «Il delfino era disorientato; non riusciva a prendere il gusto assetto. L’ho coricato su un fianco, per farmi vedere da un suo occhio e incoraggiarlo. Dai, dai... il grande mare ti attende». Ma non è stato facile. Il delfino era ansimante, spaventato. Le carezze lo hanno tranquillizzato. Come quelle di un padre al bambino irrequieto. Piano piano il delfino ha ripreso fiducia in se stesso. Un percorso lento. «C’è voluta una bella mezz’ora per metterlo in condizione di orientarsi e nuotare verso il largo», racconta il marinaio.

Nel frattempo sulla spiaggia del Lido si sono radunate alcune persone. Un piccola tifoseria che a sua volta ha incoraggiato Danilo a non desistere, a resistere alla morsa del gelo. Sono arrivati i vigili urbani, i marinai della Guardia Costiera di Lerici; questi, coordinati dal comandante Cristian Apollonio, sono poi saltati sul gommone in dotazione. Sono stati loro ad interagire con Danilo e a prendere in consegna il delfino, a cento metri dalla battigia, scortandolo. C’è chi avrebbe detto, fra chi era bordo della vedetta a sostenerlo idealmente, di averlo visto girarsi un attimo con la testa e fare un inchino a Danilo. Chissà se è vero. Ma piace crederci. E credere che ora, quello splendido essere venuto dal mare, in esso ora sia tornato a vivere felice. Uno dei tanti delfini che allungano il passo verso il golfo. Se un domani Danilo, andando in barca, dovesse vederlo venirgli incontro, non si stupirà. Conosce i delfini e la loro particolare sensibilità. Restano gli interrogativi sullo spiaggiamento. Il delfino non era ferito ma disorientato. Qualcosa deve essergli andato storto in mare. E questa è materia per riflettere.