Sparatoria a Spezia, la moglie della vittima: "Avremmo voluto rimetterci insieme"

Nicoletta è stata sentita come parte offesa dai pm per ricostruire l’assassinio di Enzo D’Aprile

A destra l'omicida, Francesco Ruggiero. A sinistra la vittima, Vincenzo D'Aprile

A destra l'omicida, Francesco Ruggiero. A sinistra la vittima, Vincenzo D'Aprile

La Spezia, 19 marzo 2019 –  Sotto esame per ricostruire la dinamica dell’omicidio di Vincenzo D’Aprile, il marito «ritrovato», ucciso a colpi di pistola in piazzale Ferro dall’ex amante Francesco Ruggiero dopo l’inseguimento (di lei o di lui, non è ancora chiaro) con la Fiat 500 presa noleggio dall’assassino per non farsi riconoscere.

Così ieri pomeriggio Nicoletta Novelli, testimone del delitto, nelle vesti di parte offesa, sottoposta alle domande del pm Monica Burani, il magistrato titolare del fascicolo per omicidio volontario premeditato, reato contestato a Francesco Ruggiero, maresciallo dell’Aeronautica originario di Benevento (dal 2016 in forza alla base di Cadimare) col quale la donna aveva avuto una relazione, conclusasi nel dicembre scorso, dopo un mese di convivenza sotto uno stesso tetto Ponzano

Sì, Nicoletta testimone-chiave dell’assassinio, ieri ha fatto una scelta di campo, consolidando con un atto giudiziario il significato dei gesti espressi al funerale della vittima, dopo la dimissione dal reparto di psichiatria: vicinanza ai figli, non solo alla figlia Micol con la quale il rapporto d’amore non è mai venuto meno ma anche col figlio Gregorio che, in quel tragico lunedì della settimana scorsa, avrebbe dovuto riabbracciare dopo due anni di black out relazionale, grazie all’iniziativa promossa da Enzo per ricomporre la famiglia.

Nicoletta ieri, prima essere sottoposta all’esame come persona informato sui fatti, ha formalizzato la nomina di un legale, chiamato ad affiancarla nel percorso della giustizia teso, a questo punto, a stabilire l’esistenza o meno della premeditazione nel delitto consumato, per il quale Ruggiero si è costituito reo-confesso. Si tratta dell’avvocato Andrea Corradino, dominus dello sudio presso il quale lavora anche l’avvocato Silvia Rossi, legale dei figli. Cosa abbia detto Nicoletta al pm è coperto da segreto istruttorio. Di sicuro, perché prima di entrare a palazzo di giustizia ce lo ha riferito come unica circostanza che teneva a divulgare, ha detto che da un po’ di tempo erano ripresi i suoi rapporti con Enzo.

«Avremmo voluto rimetterci insieme» è la frase che Nicoletta consegna al taccuino del cronista negandosi alla richiesta (garbata) di un’intervista. Lo ha fatto avendo al fianco la figlia Micol, anche lei ascoltata dal magistrato per rimettere insieme i tasselli del mosaico di una tragedia che ha profondamente segnato la comunità. Anche Micol, pur dichiarando rispetto per il lavoro fin qui svolto dalla nostra redazione, non vuole rispondere alle domande indotte dall’interesse mediatico. «La giustizia deve fare il suo corso, senza interferenze».

Corrado Ricci