Motoscafi siluranti e tank marini. Nella galleria due nuovi modellini

In esposizione un Mas e un barchino saltatore, riproduzione di mezzi in uso durante la Grande Guerra. All’equipaggio del Grillo andò la medaglia d’oro per aver tentato l’impresa di forzare il porto di Pola.

Motoscafi siluranti e tank marini. Nella galleria due nuovi modellini

Motoscafi siluranti e tank marini. Nella galleria due nuovi modellini

Il Museo Navale, ieri aperto in modo straordinario e gratuito per rendere omaggio a San Giuseppe patrono della città e dell’Arsenale, arricchisce la propria collezione. Entrano a far parte dell’esposizione due nuovi modelli in scala 1:15 di due mezzi d’assalto impiegati dalla Marina nel corso della prima guerra mondiale. Uno di essi è il Mas, il motoscafo armato silurante sviluppato nel 1915 dalla Società Veneziana Automobili Navali. Caratterizzato da motori di concezione automobilistica di grande potenza ed efficacia, grazie alla sua duttilità e velocità, ebbe ampia diffusione e vasto utilizzo. Il modellino inaugurato ieri è la copia esatta del glorioso Mas 15 versione silurante, diventato celeberrimo il 10 giugno 1918 nel corso dell’impresa di Premuda. Il secondo modello, sempre in scala 1:15, riproduce invece fedelmente il protagonista di una storia forse meno conosciuta ma altrettanto eroica. Sul finire del 1917, con l’intento di minacciare la flotta austro ungarica all’interno delle proprie basi, lo Stato maggiore della Marina promosse la realizzazione di un mezzo d’assalto navale in grado di superare gli sbarramenti a protezione dei porti, tipicamente pali di legno infissi nei fondali che sorreggevano una serie di funi metalliche.

Nacque così il barchino saltatore, provvisto sui due lati di due catene Galles continue e munite di ramponi che, similmente ai cingoli di un carro armato, servivano per far aggrappare il mezzo alle ostruzioni permettendogli di scavalcarle. Di questi “tank marini” ne furono realizzati quattro, tutti nell’arsenale di Venezia, e in gran segreto perché avessero davvero un effetto di arma sorpresa. Curiosi ed eloquenti i nomi: Cavalletta, Locusta, Pulce e Grillo. La riproduzione in scala presentata ieri mattina riguarda proprio quest’ultimo, di cui il museo navale conservava già parte della sezione orizzontale originale. "Il Grillo – spiega il contrammiraglio Leonardo Merlini, direttore del museo – riuscì nel 1918 a superare quattro delle cinque ostruzioni che difendevano il porto di Pola, prima di essere scoperto e fatto oggetto di fuoco. A quel punto fu autoaffondato. Anche se non centrò l’obiettivo, l’impresa fu comunque tanto grande che all’equipaggio fu concessa la medaglia d’oro”.

VCG