Scoperta mega truffa gestita da un monsignore: confiscati beni per 9 milioni di euro

La procura di Bolano smaschera l’intrigo gestito da un giudice della Sacra Rota

Militari della guardia di finanza  (foto di repertorio)

Militari della guardia di finanza (foto di repertorio)

La Spezia, 3 settembre 2017 - DUE GROSSI complessi immobiliari appartenenti alla società spezzina Estate Mare srl a Montepertico, per un valore stimato in 9 milioni di euro, sono stati confiscati all’esito dell’azione penale promossa dalla procura di Bolzano, attraverso il pm Igor Secco che - con le indagini delegate alla Guardia di Finanza - ha smascherato una mega truffa ai danni di 300 risparmiatori, con parallela evasione fiscale monstre. Le vittime sono per lo più cittadini di origine belga; questi, dopo aver affidato i risparmi alla società lussemburghese Kepha Invest, si sono ritrovati a imprecare contro il tessitore primario dell’intrigo: un religioso di origini argentine che, quanto meno nelle loro convinzioni, avrebbe dovuto, con i soldi ricevuti, fare investimenti per traguardare utili da destinare ad opere di bene mentre, invece lì ha dilapidati o quanto gestiti badando a speculare, in danno loro e del fisco.

La beffa patrimonial/erariale è infatti contestata, fra gli altri, a monsignore Patrizio Benvenuti, già giudice della Sacra Rota, e al suo braccio operativo per lavori sporchi, il faccendiere di origini francesi, Cristhian Ventisette che (nell’ambito delle relazioni coltivate nel golfo, anche quando era colpito da mandato di cattura internazionale) aveva condotto le danze per rilevare - attraverso un labirinto societario riconducibile alla Kepha Invest - le quote di maggioranza della società spezzina Estare Mare srl.

MENTRE sull’alto prelato - prima dell’arresto, avvenuto nel febbraio 2016, in stretta relazione col cardinale Tarcisio Bertone - pende la richiesta di rinvio a giudizio per associazione per delinquere finalizzata alla truffa e all’evasione fiscale, l’altro ha chiesto di patteggiare la pena a 2 anni di reclusione; ciò in connessione al patteggiamento già chiesto e ottenuto, nell’ambito dell’applicazione delle norme sulla responsabilità amministrativa, dalla società spezzina (con sede legale in via Fontevivo) di cui il faccendiere, dal 2014, era il presidente-manovratore (in beffa dei soci di minoranza considerati dalla procura di Bolzano parti lese); la sanzione concordata con la procura di Bolzano ammonta a 56mila euro.

La resa ha intanto spianato la strada alla confisca dei beni, sulla via del recupero al patrimonio dello Stato delle risorse non incamerate per effetto delle evasioni fiscali. La confisca è scattata su un complesso residenziale di una decina di appartamenti al grezzo, valutato in 3 milioni di euro e su un’area edificabile già dotata di progetto per la realizzazione di case e box con valore stimato finale di 6 milioni. Uno scenario futuribile dunque e non attuale, con la rivalsa dello Stato ora proiettata a passare dalle complciazioni del giudizio di esecuzione, con la società posta in liquidazione