Le Cinque Terre indietro agli anni Novanta Il dialetto vince sullo slang degli americani

Gelaterie con le serrande abbassate. Poca gente anche in spiaggia e ombrelloni ancora chiusi. Per ora salvano soltanto i weekend

Il treno in direzione Levanto è in partenza dal binario 2, fermerà a Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso. Sulla banchina non ci sono i grandi gruppi di ‘foresti’ che tanto facevano mugugnare gli spezzini, nessuna bandiera o ombrellino colorato delle guide turistiche, soltanto qualche famiglia e alcune coppie di innamorati. Appena saliti sul treno si percepisce una mancanza, nel 2019 il treno sarebbe stato così poco affollato soltanto nei mesi invernali. Una volta superate le gallerie di Riomaggiore, lo sguardo va subito ai finestrini sul lato sinistro, si leva qualche "wow" e qualche espressione di stupore dai presenti. La vista sul mare fa sempre il suo effetto, ma sembrano lontani i momenti in cui le voci all’unisono formavano un coro.

Nella stazione di Monterosso la situazione è pressoché la stessa, al bar qualche anziano legge il giornale sui tavolini vista mare e gruppetti di ragazzi con i capelli ancora bagnati di acqua salata entrano a chiedere un pezzo di focaccia. Quest’anno le Cinque Terre sembrano silenziose, non sono completamente deserte, ma per chi ha conosciuto la realtà pre-Covid, lo scenario appare surreale. "Sembra di tornare agli anni ’90, quando arrivavano soltanto italiani e pochi europei – ci racconta Valentina Barbieri titolare dell’Enoteca internazionale e del Zia Letizia Bed and Wine –. Nel weekend c’è più movimento, specialmente all’ora di pranzo e nel pomeriggio, ma per riprendere i ritmi degli ultimi anni si dovrà aspettare fiduciosi e sperare nel turismo internazionale". Anche i residenti delle casette colorate più famose del mondo sembrano rivivere un’epoca che pensavano di non poter mai più avere indietro.

Sulla passeggiata che collega Fegina al centro del paese si sente il dialetto, parole antiche che un tempo erano coperte dal brusio della folla proveniente da tutto il mondo. Alcune gelaterie hanno ancora le serrande abbassate, uno stand by che non avremmo pensato possibile a giugno di qualche anno fa, ma che tuttavia non ci stupisce dopo questo complesso periodo. Si attende, si aspettano le prossime settimane, quando la fine della scuola permetterà alle famiglie del Nord Italia di scendere in Riviera a respirare l’aria di mare. Qualche piccolo cantiere è ancora aperto, si sfruttano gli ultimi attimi di quiete per portare a termine qualche lavoretto di manutenzione: qualcuno vernicia l’imbarcazione, qualcuno lava i vetri del negozio e altri sistemano i muretti intorno al cortile.

La giornata non è delle più soleggiate, le spiagge non pullulano di persone e, a parte qualche bambino che si tuffa in acqua rumorosamente, si sente soltanto qualche voce in lontananza e il suono delle onde sulla riva. Chi negli scorsi anni lavorava con il pubblico nutre la speranza di poter tornare a vedere i gruppi di persone scendere le scale della stazione e andare in tutte le direzioni. Roberto Raffaello lavora stagionalmente sulle spiagge e si limita a dire: "Speriamo che passi in fretta, voglio credere che questo weekend sia il vero inizio della stagione, mi piacerebbe ritrovare le Cinque Terre che ho conosciuto, affollate e capaci di far innamorare uomini e donne da tutto il mondo". Il mare cristallino, immobile e tanti ombrelloni vuoti in attesa di essere aperti. Le Cinque Terre continuano a far sognare, ma per alcuni non è ancora il momento di partire.

Ginevra Masciullo