Lanciò la droga in carcere ai detenuti nell’ora d’aria. Sconterà un anno e 6 mesi

Con un complice aveva cercato di fare entrare anche una scheda telefonica. Ma era stato arrestato in flagrante da squadra mobile e polizia penitenziaria.

Aveva lanciato la droga e la scheda telefonica dentro al carcere di Villa Andreino, con un pacchetto ’appesantito’ da due batterie mezze torce per agevolare il volo, mentre i detenuti erano nel cortile esterno per trascorrere l’attività all’aria aperta. Un metodo, se vogliamo, ’banale’ e destinato a fallire. Su questo ha puntato l’avvocato difensore Alessandro Silvestri per chiedere le attenuanti nel processo, svolto col rito abbreviato che in caso di condanna consente di usufruire dello sconto di un terzo della pena, a Samir Kbaili, marocchino di 35 anni che nel pomeriggio del 26 ottobre scorso era stato arrestato dalla squadra mobile e dalla polizia penitenziaria. Ieri il giudice Marinella Acerbi lo ha condannato a un anno e sei mesi, concedendogli le attenuanti. Con lui c’era un complice che gli faceva da palo, Oussema Chebbi, il quale era riuscito a fuggire, ma venne poi identificato e denunciato e per lui si procede separatamente.

Gli agenti della polizia penitenziaria avevano notato, nei giorni precedenti, i tentativi di lanci dall’esterno del carcere di pacchetti contenenti sostanza stupefacente e telefonini. Così assieme alla squadra mobile della questura avevano predisposto un intervento per catturare i lanciatori. Erano entrati in azione quando il 35enne marocchino, già noto, in compagnia di un connazionale, era stato avvistato nei pressi della casa circondariale di via Fontevivo durante l’ora d’aria dei detenuti. Kbaili si era avvicinato al muro di cinta estraendo dalla tasca della giacca un pacchetto, che aveva lanciato subito dopo all’interno del cortile di Villa Andreino. Comunicava gesticolando con il complice, che avrebbe dovuto segnalargli la presenza delle forze dell’ordine. Che c’erano per davvero e pronte ad intervenire. Il 35enne aveva tentato di scappare ma era stato inseguito e fermato dai poliziotti della squadra mobile, mentre dentro al cortile la polizia penitenziaria aveva subito recuperato il pacchetto.

Nell’involucro erano stati trovati alcuni grammi di cocaina e hashish ancora da confezionare e suddividere in dosi, nonché diverse pastiglie di buprenorfina; un ’oppiaceo di sintesi’ con azione agonista-antagonista: ovvero che agisce in parte come un oppiaceo (eroina, morfina, metadone) ed in parte come un suo antagonista e, quindi, prodotto per essere utilizzato nelle cure della dipendenza da sostanze stupefacenti.

Era stata rinvenuta una scheda telefonica che, se recapitata, avrebbe consentito ai detenuti di mantenere contatti con l’esterno. Samir Kbaili, una volta arrestato in flagrante, era stato associato proprio nella medesima casa circondariale.

Massimo Benedetti