Gli urbex se la cavano con la multa

Avevano violato il bunker dell’Acquasanta, pubblicato il video ed erano stati rinviati a giudizio per spionaggio

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Se la sono cavata con un’oblazione, praticamente una multa, pagando 254 euro ciascuno. Il giudice dell’udienza preliminare Mario De Bellis ha deciso ieri il non luogo a procede per i due ’urbex’ che due anni fa avevano violato il divieto di accesso ai bunker segreti della guerra fredda all’Acquasanta, diffondendo poi sui canali social il loro video che mostra cosa c’è nel rifugio sotto la montagna.

Il belga Frank Brodala, 39 anni, e l’olandese Bob Thissen di 37 erano stati rinviati a giudizio per l’articolo 260 del codice penale: introduzione clandestina in luoghi militari e possesso ingiustificato di mezzi di spionaggio. In questo caso i due ’urbex’ avrebbero rischiato una pena da un minimo di un anno, a un massimo di cinque.

Entrambi erano difesi da avvocati spezzini: il belga ha scelto come legale di fiducia Davide Bonanni, l’olandese si è affidato a Tiziano Alessi. Ancor prima dell’udienza di ieri, gli avvocati avevano chiesto all’accusa di rivedere il reato contestato, trattandosi a loro modo di vedere di un ingresso arbitrario in luoghi dove l’accesso è vietato nell’interesse militare dello Stato, in base all’articolo 682 del codice penale, per il quale è prevista l’oblazione. E poiché non c’era alcuna intenzione dei due urbex di fare dello spionaggio, il procuratore capo Antonio Patrono ha accettato.

I due erano stati identificati grazie alle indagini condotte dai carabinieri della compagnia dell’Arsenale militare spezzino diretti dal maggiore Gianmario Tocchini, attivati dalla denuncia del comando di Marina Nord, con i riscontri avuti attraverso l’Interpol. Lo screening del video diffuso su You Tube ha permesso di cogliere le tracce che hanno portato alla loro identificazione. Nel video i due ’urbex’ parlavano un corretto inglese. Erano entrati nelle gallerie, realizzate prima della Seconda guerra mondiale per dare vita ad un Arsenale-bis in caso di attacco, nonostante ci fosse il divieto ben segnalato nella cartellonistica posta sui portali dei tunnel. Si sono anche esposti a rischi sul piano della loro incolumità, perché i percorsi all’interno delle gallerie sono pieni di insidie dovute all’usura del tempo e dalla presenza di amianto.

L’accesso ai bunker, attraverso un varco realizzato tra le inferriate, e l’esplorazione con le telecamere risale all’estate 2020: i due ’urbex’ erano infatti in maniche corte. A dicembre dello stesso anno c’era stata la pubblicazione del video-documentario su You Tube, che ha ottenuto oltre 200mila visualizzazioni.

Massimo Benedetti