Già ‘assuefatti’ alla soluzione del super pass

I favorevoli alla misura premio per i vaccinati "È la strada da battere per salvere il Natale"

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Il coronavirus corre veloce sulla via del Natale. Il rischio di nuovi affanni ospedalieri e di festività azzoppate da limitazioni è all’orizzonte ma per contenere i contagi, e salvare il tessuto commerciale da una nuova batosta, potrebbe entrare in scena il super green pass o green pass due velocità, come dir si voglia. Si tratterebbe di una versione aggiornata del certificato verde, riservata esclusivamente ai vaccinati, liberi così di muoversi a tutto campo, con i limiti di mascherine e distanziamento fisico quando occorrono. Per i non vaccinati, il solo tampone - ancora lascia-passare per il lavoro - non sarebbe più sufficiente a svolgere la vita sociale: accedere a ristoranti, teatri, cinema, musei, stadi, discoteche. Mentre il Governo è alla prese con la decisione, compulsata anche dal governatore della Liguria Giovanni Toti, abbiamo testato il polso di operatori e cittadini.

Nicola Carozza, responsabile sindacale della Confartigianato, parte da una premessa: "Le imprese, dopo aver pagato un duro prezzo per il Covid-19, vogliono evitare un altro lockdown"; e deduce: "Se Comitato tecnico scientifico e Governo dovessero ritenerlo necessario, meglio il super green pass che un nuovo coprifuoco. E’ giusto che sia libero di circolare solo chi è vaccinato".

Angelo Matellini, direttore della Cna, articola il discorso: "E’ bene ragionare e non farsi prendere dalle emozioni. C’è da capire innanzitutto se e quando applicare provvedimenti più restrittivi, da subito o se si dovesse aggravare la situazione. Credo che finchè restiamo in zona bianca il tema del super certificato verde non debba porsi".

Gianni Paciaroni, dalla cassa della pizzeria La Pia, è possibilista: "Sono d’accordo a patto che il super green pass sia la condizione necessaria per permetterci di continuare a lavorare. Per i controlli ci siamo organizzati. Siamo un po’ in difficoltà con i turisti americani: il certificato che esibiscono non è chiaro". Ma questo è un altro problema. Secondo il titolare del ristorante "I mitili" Michele Pagliaro il pass a due velocità si risolverebbe in una penalizzazione eccessiva dei no vax che ricorrono al tampone: "E poi - aggiunge - credo che la prova immediata del test dia più garanzie di una vaccinazione prossima al giro di boa dei 6 mesi. Sarebbe meglio andare avanti così".

Fra i commensali nel noto ristorante di viale San Bartolomeo c’è il segretario generale dell’Autorità di sistema portuale Francesco Di Sarcina. Non vuole schierarsi sulla nuova soluzione possibile: "Non riesco a ben valutare gli effetti". Ma su una cosa è certo: "In caso di nuove restrizioni di movimento a subire le limitazioni non devono essere coloro che, diligentemente, si sono vaccinati". Dal fronte dei cinema, Silvano Andreini, sulla plancia de "Il nuovo" non si sgomenta: "Per noi cambierebbe poco. La gran parte dei frequentatori è vaccinata...".

Tranchant sull’opportunità del green pass a due velocità è Enrico Vatteroni, funzionario della Soprintendenza ai Beni culturali: "Una misura giusta. Anzi andrei oltre: il vaccino dovrebbe essere obbligatorio per tutti. Solo così potremo superare l’emergenza che ancora ci attanaglia. Chi rifiuta di sottoporsi al vaccino dovrebbe essere pesantemente sanzionato".

Paolo Fardin, all’uscita dalla Pia, plaude alle prospettiva alle porte: "Uno stimolo in più alla vaccinazione, unica arma per combattere il Covid-19".

Corrado Ricci